di Ruben Della Rocca
Da quando nel 1973 è cominciata la partecipazione di Israele all’Eurosong Contest con l’ammissione al concorso dell’IBA,Israel Broadcasting Authority entrata nel consesso dell’UBA,Unione Europea di radiodiffusione, con quella di ieri si è compiuta la 46esima presenza alla gara canora.
Partecipazione di Israele che fin dagli inizi, immancabilmente, scatenò le proteste di Egitto e Siria e successivamente della Turchia,che non partecipò all’edizione del 1979 dopo la prima vittoria israeliana, nell’edizione precedente, con “A-Ba-Ni-Bi”di Itzak Cohen & Alphabeta.
Una vittoria che diede diritto al paese vincitore di organizzare il Contest successivo nella sua capitale Gerusalemme.
È lì si verificò la seconda vittoria con il brano “Halleluya”di Gali Matari e Milk&Honey,canzone che venne esportata dalla compagnia aerea di bandiera israeliana El Al,usata come sigla dei suoi voli nei vari continenti. Israele ha poi vinto ancora l’Eurosong nel 1998 con la canzone “Diva” di Dana International e nel 2018 con la frizzantissima Netta, che con il brano Toy fece ballare il pubblico di Lisbona con un testo dedicato alla forza delle donne nell’affrontare il mondo maschilista.
Come nel 1983 quando la splendida e compianta Ofra Haza con il suo “Hai”,arrivando seconda,celebro’la vita del popolo ebraico con il suo refrain “Am Israel Hai”,il popolo di Israele vive,per Yuval ieri sera a Basilea lo stesso grido al termine della sua spettacolare esibizione nell’arena di Basilea.
“Am Israel hai” è stato il suo urlo che è un inno alla vita, al coraggio con il quale ha saputo affrontare chi odia lei e gli ebrei, all’amore e alla forza di chi, come lei, quel maledetto 7 ottobre 2023 ha saputo aggrapparsi all’esistenza fingendosi morta per ore sotto pile di cadaveri di suoi coetanei sterminati al Nova Festival dai nazisti islamisti di Hamas.Yuval è una sopravvissuta alla strage di quel giorno.
Un odio che abbiamo visto plasticamente ripetuto per le strade della città svizzera.
La città dove tutto iniziò per il suo paese,nel 1897,con il congresso sionista di Basilea che getto’le basi per la rinascita dello Stato di Israele. Yuval ha celebrato Theodor Herzl padre del sionismo politico con una foto celeberrima ritratta in una posa dal balcone da dove il visionario giornalista austriaco contemplava quel futuro che per lui si riassunse nella frase ”se lo vorrete non sarà un sogno”, il risorgimento di una patria ebraica.E quel sogno si avverò nel 1948.
Ieri sera a cantare con Yuval “New day will rise”c’erano 1200 angeli,le anime di chi è state assassinato e ha subito le violenze atroci del 7 ottobre e la sua voce è penetrata nei cuori di tutte le persone intellettualmente oneste,ebree e non ebree. Il suo secondo posto è una vittoria morale senza precedenti perché è la celebrazione della vita, sua e della sua gente, di quei milioni che ieri sera erano virtualmente a Basilea con lei a sostenerla con amore per lei e per quel miracolo di paese che è Israele.
Grazie Yuval, tu hai ragione: Am Israel Hai. Sempre e comunque.
*Ofcs.report