
di Francesco Speroni*
In questi ultimi mesi è diventato sempre più difficile parlare di Israele senza essere attaccati o etichettati. Non tanto per ciò che accade realmente a Gaza, ma per come viene raccontato.
La guerra è reale, e come ogni guerra porta sofferenza, morte, anche tra i civili e tra i bambini. Si tratta sempre di una tragedia.
Ma proprio per questo è importante andare oltre le emozioni immediate e cercare di capire davvero.
Troppa gente si fida di notizie superficiali o di narrazioni orientate. Si sente dire che Israele bombarda i bambini, come se quello fosse il suo obiettivo. Ma la realtà è molto più complessa. E, troppo spesso, ignorata.
Nel 2005 Israele si ritirò completamente da Gaza e la consegnò interamente ai palestinesi. Arrivarono miliardi in aiuti: Gaza poteva diventare una Singapore mediorientale. E invece? Quei fondi furono spesi in tunnel sotterranei, armi, razzi, depositi di bombe e munizioni. Hamas ha trasformato Gaza in una base militare a cielo aperto.

L’organizzazione terroristica palestinese usa i seminterrati e gli scantinati delle scuole, degli ospedali e dei condomìni come depositi di armi. Questo, anche dal punto di vista del diritto internazionale e della Convenzione di Ginevra, trasforma quegli obiettivi da civili a militari, rendendo quindi legittimo attaccarli, poiché quei depositi contengono armi usate contro la popolazione civile di Israele e lo Stato ebraico ha tutto il diritto di difendersi. La Convenzione stabilisce anche che il crimine di guerra è commesso, semmai, da chi utilizza edifici civili per scopi militari o gli stessi civili usati come scudi umani. Cioè Hamas.
Il 7 ottobre 2023 – un attacco feroce, deliberato e crudele contro civili israeliani, incluse donne e bambini – fu la dichiarazione di guerra di Hamas. E uno Stato ha il diritto-dovere di difendere i suoi cittadini.
L’esercito israeliano – che conosco bene, perché ero lì a lavorare durante il “disengagement” da Gaza nel 2005-2006, così come ero lì durante l’Operazione Piombo Fuso nel 2009, ancora a filmare per Rede Globo – fa di tutto per evitare vittime civili. Telefona agli abitanti, parlando in arabo, li avverte, concede loro il tempo per evacuare il deposito di armi sopra al quale vivono. Ma Hamas impedisce loro di uscire: circonda l’edificio e minaccia i propri “fratelli” palestinesi con il Kalashnikov. Se fuggono, vengono uccisi dagli stessi miliziani. Devono restare, perché Hamas vuole che diventino martiri di Allah.
Ed è esattamente questo che sta avvenendo a Gaza.
Inoltre, è importante sapere che i numeri delle vittime a Gaza vengono forniti esclusivamente da Hamas, usando per l’occasione la carta intestata del sedicente “ministero della salute”. In realtà, a Gaza non esiste alcun ministero della salute: esiste solo il clan terroristico-mafioso di Hamas, che controlla tutto – notizie, comunicati, propaganda.
Hamas utilizza la menzogna come arma sistematica per manipolare l’opinione pubblica. Non possiamo considerare attendibili quei numeri. Anche i media internazionali spesso si limitano a riportarli senza alcun vero controllo, perpetuando così una narrazione distorta.
Ciò che sappiamo con certezza è che Israele invia rifornimenti, medicine e alimenti agli abitanti di Gaza. Ma questi vengono sistematicamente sequestrati dai miliziani di Hamas, che hanno bisogno di una popolazione ancora più stremata di quanto non lo sia già. Il tutto, naturalmente, in favore di telecamera.
Un paio di giorni fa, un leader di Hamas ha dichiarato che “le donne di Gaza sapranno partorire nuovi martiri”. Ecco il livello di fanatismo e disumanità col quale abbiamo a che fare: vite umane sacrificate per fini ideologici e propagandistici, oltre che religiosi.
Quando si guarda una guerra solo attraverso le immagini del dolore, si rischia di cadere in una trappola emotiva. E a quel punto è facile finire per credere che Israele sia il mostro. Ma il mostro non è chi si difende: è chi usa i bambini come scudi e li manda al massacro invece di proteggerli. Il mostro è Hamas.
Chi non conosce questi dettagli rischia di giudicare male. E se tutti i giorni sente dire – incluso dal precedente Pontefice – che Israele bombarda i bambini, finisce magari per crederci. E poi nasce il boicottaggio, il ristorante che non vuole clienti israeliani. L’antisemitismo strisciante torna alla carica e qualcuno scrive sui muri “Hitler aveva ragione”.
Questo è il prodotto dell’ignoranza derivata dalla disinformazione. E l’ignoranza non è un’opinione: ma solo il terreno fertile dell’ingiustizia.
Non dobbiamo dimenticare mai ciò che disse lo sceicco del terrore Osama Bin Laden: “I nostri figli amano la morte come i vostri figli amano la vita”. La vera sfida è tutta qui.
*Francesco Speroni fino a pochi anni fa ha svolto l’attività di cameraman e editor. È stato documentarista d’arte per poi dedicarsi, a partire dal 2005, alle news, trasferendosi in Israele dove vi rimane quasi cinque anni lavorando soprattutto per Rede Globo. Dopo questo intenso periodo, si trasferisce prima in Giordania, poi nelle Filippine, dove vi rimane alcuni anni lavorando nella produzione cinematografica.
E’ il Coordinatore per la Versilia della Associazione Apuana Amici Italia Israele.
Purtroppo senza la sconfitta totale e definitiva di Hamas avremo altri sette ottobre e non solo in Israele. A Washington hanno già eseguito gli ordini della intifada globale . Prima lo comprenderemo e meglio sarà .