
di Francesco Speroni*
Ecco alcuni farmaci inventati da scienziati israeliani ebrei – spesso in istituti pubblici, non solo in multinazionali – che hanno cambiato la storia della medicina. Alcuni sono prodotti interamente in Israele, altri portano la firma di ricercatori nati da quella piccola ma formidabile fucina di cervelli.
Copaxone (Glatiramer acetato) – farmaco contro la sclerosi multipla. Inventato da Ruth Arnon e Michael Sela (Weizmann Institute) e commercializzato da Teva. Israele al 100%.
Exelon (Rivastigmina) – per Alzheimer e demenza. Scoperta della prof.ssa Marta Weinstock-Rosin (Università Ebraica di Gerusalemme). Distribuito da Novartis, ma la molecola è nata in Israele.
Azilect (Rasagilina) – per il Parkinson. Sviluppata al Technion da Moussa Youdim e John Finberg, con Teva. Un inibitore MAO‑B che ha fatto scuola.
Elelyso (Taliglucerase alfa) – per la malattia di Gaucher. Prodotto da Protalix BioTherapeutics, prima azienda al mondo a sviluppare farmaci biologici in cellule vegetali. Made in Israel, dalla radice al principio attivo.
EluNIR (stent medicato) – non è un farmaco, ma un dispositivo rivoluzionario per le cardiopatie. Si tratta di uno stent coronarico a rilascio controllato di farmaco (drug-eluting stent), progettato per tenere aperte le arterie coronariche dopo un intervento di angioplastica, prevenendo la restenosi (la nuova ostruzione). È flessibile, ad altissima precisione, e viene impiegato in tutto il mondo. Progettato da Medinol, azienda israeliana con sede a Tel Aviv.
Austedo (deutetrabenazina) – per la malattia di Huntington e la discinesia tardiva. Sviluppato da Teva. Primo farmaco deuterato approvato (USA 2017); formulazione XR dal 2023. Made in Israel — e con impatto globale.
Teva: il gigante farmaceutico dalle radici ebraico-israeliane
Fondata nel 1901 a Gerusalemme da farmacisti ebrei, Teva Pharmaceutical Industries nasce come piccola impresa locale durante l’Impero Ottomano. Il nome “Teva” in ebraico significa “natura”, e già questo dice molto della visione dei suoi fondatori.
Il suo quartier generale è a Petah Tikva. È diventata una delle aziende simbolo dello Stato di Israele. Nel tempo Teva si è trasformata in un colosso globale nel settore dei farmaci equivalenti (generici) e in alcuni casi anche innovativi. Pur avendo oggi sedi in tutto il mondo e una struttura multinazionale, le sue radici, il suo spirito imprenditoriale e gran parte della sua ricerca restano profondamente legati a Israele. Non è solo una multinazionale qualunque: è l’orgoglio biotecnologico d’Israele, nata da un’identità ebraica forte, e cresciuta su un terreno di intelligenza, necessità e tenacia.
Technion – Israel Institute of Technology
Il Technion è il più prestigioso politecnico d’Israele, fondato nel 1912 ad Haifa. Spesso paragonato al MIT di Boston, è una delle istituzioni scientifiche più influenti al mondo: da qui sono usciti decine di innovazioni in campo medico, ingegneristico e tecnologico. Ha formato numerosi premi Nobel e ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo di farmaci, dispositivi medici e biotecnologie all’avanguardia. È da laboratori come questi che escono molecole come, ad esempio, la Rasagilina, che ha cambiato la storia del trattamento del Parkinson.
Weizmann Institute of Science
Il Weizmann Institute of Science, con sede a Rehovot, è uno dei più rinomati centri di ricerca multidisciplinare al mondo. Fondato nel 1934, è stato protagonista di innovazioni cruciali in fisica, chimica, biologia, medicina e matematica applicata. È qui che Ruth Arnon e Michael Sela hanno sviluppato il Copaxone. L’istituto è noto per la sua eccellenza scientifica, la sua indipendenza e per la forte sinergia tra ricerca di base e applicazioni cliniche, nonché per aver ospitato (e formato) molti dei migliori cervelli della scienza israeliana. Per la cronaca, nella notte tra il 15 e 16 giugno 2025, l’istituto è stato colpito un missile iraniano. L’attacco ha distrutto due edifici, danneggiandone numerosi altri, con conseguente perdita di decenni di ricerche, campioni biologici, attrezzature avanzate, oltre 45 laboratori compromessi.
I medici ebrei nella storia della medicina
Paul Ehrlich (1854–1915) – medico e immunologo tedesco di origine ebraica, fu uno dei padri della medicina moderna. Inventò nel 1909 il Salvarsan (arsfenamina), il primo farmaco in grado di curare efficacemente la sifilide, aprendo di fatto l’era della terapia chimica mirata. Vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1908, insieme a Il’ja Mečnikov, per i suoi studi sull’immunità.
Waldemar Mordechai Haffkine (1856–1930) – biologo ebreo nato nell’Impero Russo, naturalizzato britannico, pioniere della batteriologia. Mise a punto i primi vaccini efficaci contro il colera (1892) e la peste bubbonica (1896), testandoli su se stesso. Salvò milioni di vite, soprattutto in India, e fu direttore dell’Istituto di Bombay che ancora oggi porta il suo nome.
Selman Abraham Waksman (1888–1973) – microbiologo e biochimico ebreo nato in Ucraina e naturalizzato statunitense, scoprì nel 1943 la streptomicina, il primo antibiotico attivo contro la tubercolosi, malattia allora incurabile. Fu insignito del Premio Nobel per la medicina nel 1952 per questa scoperta.
Ernst Boris Chain (1906–1979) – biochimico tedesco ebreo, fuggito dalla Germania nazista nel 1933, contribuì in modo decisivo allo sviluppo industriale della penicillina, isolandola e rendendola stabile e producibile su larga scala. Lavorò con Howard Florey e Alexander Fleming. Insieme a questi vinse il Premio Nobel per la medicina nel 1945.

Gertrude Belle Elion (1918–1999) – biochimica e farmacologa statunitense di origini ebraiche, fu una delle menti più prolifiche della farmacologia del XX secolo. Non scoprì un solo farmaco, ma ne progettò oltre una dozzina, tra cui l’azatioprina (per prevenire il rigetto nei trapianti), l’aciclovir (contro l’herpes) e la mercaptopurina (usata contro alcune leucemie). Ricevette il Premio Nobel per la medicina nel 1988 insieme a George H. Hitchings e Sir James Black.

Leo Henryk Sternbach (1908–2005) – chimico polacco naturalizzato americano, ebreo, inventò nel 1955 il clordiazepossido, capostipite delle benzodiazepine (come il celebre Valium), usate per il trattamento dell’ansia, dell’insonnia, delle convulsioni e della tensione muscolare. La sua scoperta ha influenzato per decenni la psichiatria e la neurologia clinica.
Jack Fishman (1930–2013) – chimico e farmacologo ebreo di origini polacche, fu uno dei creatori del naloxone (1961), un farmaco salvavita utilizzato per bloccare gli effetti letali di un’overdose da oppiacei. È ancora oggi alla base di tutte le terapie d’urgenza nei casi di intossicazione da eroina o fentanil.
I vaccini contro la poliomielite: i loro inventori lo regalarono al mondo

Jonas Salk (1914–1995) – ebreo statunitense di origini russe, sviluppò nel 1955 il primo vaccino antipolio inattivato, cioè a virus ucciso, da somministrare per iniezione. Era sicuro, efficace, e adatto anche a soggetti immunodepressi. Salk rifiutò di brevettarlo, e quando un giornalista gli chiese chi detenesse il brevetto, rispose semplicemente: «Il popolo. Non c’è brevetto. Si può forse brevettare il sole?».

Albert Sabin (1906–1993) – ebreo polacco naturalizzato americano, perfezionò pochi anni dopo un vaccino orale a virus attenuato, più facile da distribuire su larga scala e fondamentale per le campagne di eradicazione nei Paesi in via di sviluppo. Anche lui, come Salk, rinunciò al brevetto, e quindi agli enormi guadagni che questo avrebbe garantito. Disse: «Molte persone hanno insistito perché brevettassi il vaccino, ma non volevo farlo. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo».
Appello a chi boicotta Israele
In questi tempi in cui la parola d’ordine è «boicottare Israele» – magari senza nemmeno sapere da che parte del mondo si trovi Haifa, o Rehovot, o Petah Tikva – è giusto fare un piccolo esercizio di coerenza. E rivolgerlo in particolare a quei paladini dell’odio selettivo che, mentre urlano slogan prefabbricati nelle piazze o postano indignazione in saldo sui social, a casa ingoiano farmaci sviluppati proprio da scienziati israeliani ed ebrei.
Gentili boicottatori coi cerotti sugli occhi, se davvero volete ripulirvi dal “male sionista”, cominciate a svuotare l’armadietto dei medicinali. Se ci trovate Copaxone, Azilect, Exelon, Austedo, Elelyso, o anche solo un generico firmato Teva, sappiate che state tradendo la vostra stessa causa. E se il vostro medico vi ha prescritto uno di questi farmaci, fategli sapere che preferite la paralisi, l’epilessia o il morbo di Parkinson, piuttosto che ricevere sollievo da un principio attivo impregnato di sionismo.
Insomma, o sputate anche le pastiglie, oppure smettete di recitare la parte degli indignati, perché non si può gridare al boicottaggio con la bocca piena di scienza ebraico-israeliana.
*Francesco Speroni fino a pochi anni fa ha svolto l’attività di cameraman e editor. È stato documentarista d’arte per poi dedicarsi, a partire dal 2005, alle news, trasferendosi in Israele dove vi rimane quasi cinque anni lavorando soprattutto per Rede Globo. Dopo questo intenso periodo, si trasferisce prima in Giordania, poi nelle Filippine, dove vi rimane alcuni anni lavorando nella produzione cinematografica.
E’ il Coordinatore per la Versilia della Associazione Apuana Amici Italia Israele.
Per taluni a voler essere cattivi sarebbe da augurargli di averne bisogno e non trovarli certi farmaci inventati dagli “ebbrei” ma ci accontenteremo di saperli derisi dalla storia e relegati nello scantinato degli odiatori sfigati
interessantissimo!
Prima di tutto dovremmo capire che cos’è l’antisemitismo e cosa lo provoca.
La definitiva non è l’odio verso gli ebrei perché se leggiamo le vicende che riguardano l’ebraismo si potrebbe sostenere che la definitiva è l’invidia nei confronti degli ebrei
Di solito se prendiamo la storia ebraica da essere eccetera era una persona invidiose che volevano prendere il posto degli dei o sfruttarne le capacità a proprio vantaggio denigrandoli rubandogli le idee e le opere.
Quindi è una storia di ladri che cercano di rubare chi è capace di costruire qualcosa per farsi vantaggio proprio E come quelli che copiano i compiti in classe ma una cosa è una cosa fatta da un ragazzo giovane e in crescita e che ha avuto un anno di difficoltà e deve copiare qualcosa per superarlo altro e farlo in modo sistematico e violento come avviene contro gli ebrei
Inoltre è definitivo non è casuale ma viene a galla naturalmente viene costruito con intenzione attraverso diffamazione ben organizzata che ha come scopo di denigrare gli ebrei per derubarli e discriminarli per derubarli
Si tratta tanto di odio quanto di invidia e di bullismo insieme. Ma infine non è possibile derubare le capacità altrui l’unico modo che c’è è di guardare le capacità imparando e studiando e applicandosi ma non si possono raggiungere quelle capacità se si agisce con l’intenzione di fare del male perché facendo del male si distruggono le capacità e gli effetti che ne derivano non sono mai costruttivi quindi è impossibile raggiungere il livello di chi ha sofferto e ha lavorato per raggiungere un certo livello cercando di rubare quel risultato senza fare la fatica necessaria per raggiungerlo è impossibile infatti non ci riescono.piero
…e ci sarebbe molto altro ancora…