di Marco Del Monte

La situazione a Gaza non accenna a placarsi, ma per fortuna c’è Macron, con il suo annuncio che all’Assemblea Generale dell’ONU, convocata per settembre, riconoscerà lo Stato di Palestina.

Il tono con cui è stata fatta questa affermazione ha dato subito da pensare: il Presidente è un veggente, che vede il futuro farsi roseo, oppure è il druido di Asterix, Panoramix, che ha scoperto la pozione magica per calmare Netanyahu, o, ancora, si è talmente innamorato dei problemi di Gaza da fargli urlare “Gaza, mon amour” e assumere decisioni conseguenti..!

Ognuna di queste ipotesi merita attenzione.

La prima fa intravedere degli spiragli tali da ribaltare la situazione; a pensarci bene, invece, è un gesto di arroganza senza pari, perché forse il Capo dell’Eliseo pensa di riuscire a risolvere tutto con la sua parola. Siccome, però, questa è una prerogativa divina, quindi l’ipotesi viene scartata.

La seconda è più plausibile perché anche Panoramix era un buon francese che, tutto sommato, aspirava sinceramente alla pace, per raggiungere la quale, adesso, bisogna fermare quell’esagitato di Netanyahu. Richiamando, perciò, in vita le vecchie tradizioni galliche si dovrà creare questa pozione che, prima o poi, qualcuno porterà al nervoso leader israeliano.

Resta la terza, forse la più probabile e più praticabile; in fondo l’amore vince sempre e poi avrebbe anche il sicuro appoggio del Papa.

Ecco allora che si accodano altri pretendenti, che aprono una vera e propria competizione; non ci sarà nessun premio alla fine, ma almeno Gaza sarà salva e terminerà l’agonia di tanta povera gente. Peccato che l’amore renda ciechi e sordi, ma non muti, perché il grido è partito, ma all’orizzonte non c’è nessun governo, nessun confine, nessun popolo definito. Macron, poi, che all’amore ci crede eccome, nell’afflato che lo ha pervaso ha dimenticato alcuni piccoli particolari.

Hamas (anche in Francia) è incluso stabilmente nella top ten dei gruppi terroristici e, quindi, il riconoscimento della sua leadership è una violazione del diritto civile e del diritto penale. Non si è accorto che in questi anni ha ignorato questo piccolo dettaglio ed ora si trova davanti a un dilemma. Invece ha percepito in ritardo sulle sue parole da innamorato (le quali invece volano), che, proprio a causa di Hamas, la Francia ha perso (per i prossimi novantanove anni) la possibilità di sfruttare le due piattaforme a mare per l’estrazione dell’ottimo gas di Gaza, aggiudicato alla British Petroleum (BP, britannica).

Appare strano che la Total francese si sia accontentata di gestire quelle del Libano; ora, invece di pensare a questo mancato introito, che sarebbe stato un toccasana per le esauste casse francesi, Macron, innamorato di Gaza, pensa ad attaccare Israele anche per le cose più insignificanti. In Italia, tutta le forze di opposizione (non dico sinistra perché il movimento 5S non è affatto di sinistra, ma naviga in quella galassia gassosa intrisa di giustizialismo a senso unico e populismo vecchio e nuovo), vorrebbero che lo stato italiano si allineasse a Macron.

Ogni paese ha i suoi problemi, come gli incendi delle foreste, i dissesti idrogeologici, la questioni sociali, economiche, sanitarie, ma si pensa solo a Gaza. Se Macron almeno riuscisse a farci capire questo mistero, forse la questione “Gaza” potrebbe avere una soluzione, ma anche da quella parte non si vede un motivo che è uno. Nel frattempo l’Italia continua a sfornare manifestazioni patetiche, dove allenatori di calcio, eredi di grandi cantanti, artisti in sparizione vedono di nuovo il loro nome sui giornali perché hanno portato un contributo all’emarginazione di Israele da tutto.

Un ex allenatore, ormai su con l’età, ma sempre comunista extraparlamentare, sta tentando di convincere il padreterno a togliere l’aria agli israeliani, con la motivazione sensata che ne consumano troppa. C’è chi ha digiunato col Papa per la Pace nel mondo e, ovviamente, in piazza S. Pietro ci sono state più bandiere palestinesi che angeli in paradiso. Nel frattempo in Sudan e in Nigeria, come in altri Stati Africani, è in continua crescita il numero di cristiani (di colore) uccisi nei modi più feroci. Ma di questi, a quanto pare, nessuno se ne interessa. Non è stato spiegato loro che il carnevale è ancora lontano e che rischiano di trasformare un indumento (la Kefiah) in un simbolo di odio.

L’Italia è tornata ad essere il paese dei comuni, visto che ognuno si occupa di fare un proprio decreto per espellere Israele da qualche cosa. Dobbiamo annunciare che discipline come la matematica, la statistica, la logica sono morte a Gaza e, quindi, possono essere tolte dai programmi scolastici. Già avevamo il record di analfabeti ora ambiamo al primato di “vendicatori”: non c’è che dire: una bella crescita.

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