Un’Esperienza di Solidarietà in Israele

di Bonnie Rose

A maggio 2025, una cara amica mi parla di Sar-El e la possibilità di aiutare il popolo d’Israele che ora si sta lottando per la propria esistenza.  Non avevo mai sentito parlare di Sar-El.  Vado sul sito per capirne di più e istantaneamente decido di iscrivermi al programma. 

Parto da Roma da sola e, all’aeroporto di Ben Gurion, incontro altre 35 persone, sia ebrei che non, arrivate da vari paesi del mondo per partecipare al programma. Alcuni, come me, sono iscritti per una sola settimana, mentre altri per periodi più lunghi.

Il nostro gruppo si chiama “Ben Gurion” e ci portano in una delle basi militari a Be’er Sheva. Una volta arrivati, ci dividono tra uomini e donne per l’assegnazione degli alloggi. Noi donne siamo sistemate in stanze con quattro letti a castello e due bagni, ma nella mia stanza ci sono solo altre due donne, quindi siamo in tre. Una delle mie compagne di stanza proviene dall’Australia, anche se è cresciuta nell’USSR e ha fatto l’aliyah solo qualche anno fa.  Israele. L’altra persona è una donna americana di Philadelphia, PA. Entrambe sono molto sorprese nel scoprire che non sono ebrea, ma cristiana evangelica. Mi chiedono perché desidero partecipare a questo programma per sostenere Israele. A questo punto, con delicatezza, condivido con loro il profondo amore incondizionato che nutro nel mio cuore per il popolo ebraico. Rimangono profondamente toccate e grate per la mia vicinanza, soprattutto in un momento in cui Israele ha davvero bisogno di amicizie sincere.

Iniziamo immediatamente il nostro lavoro in un magazzino con scatole di generi alimentari. Il nostro scopo è quello di preparare i pacchi per i soldati a Gaza. Da un lato ci sono due nastri trasportatori e dall’altro un gruppo di donne locali che si offrono come volontarie per un giorno. Per sei ore al giorno confezioniamo pacchi in un ambiente di 30°, ma grazie alle ventole, la situazione è tollerabile. Chi si trova all’inizio della catena di montaggio, mentre passa ogni scatola, inserisce uno, due, tre o quattro articoli a seconda del contenuto: una grande scatola di tonno Rio Mare, due pacchetti di piadine e quattro sacchetti di tarallucci. Ogni scatola è destinata a quattro soldati. Dietro le file, c’è chi si occupa di smaltire le scatole vuote e rifornire la catena con nuove scatole e nuovi prodotti. Impariamo rapidamente a lavorare in sincronia, proprio come in una melodia o in un ballo: ognuno deve mantenere il ritmo dell’altro, altrimenti la catena si blocca. Se un prodotto è assente in una fila, l’intera catena di montaggio deve arrestarsi. Questa situazione è stata, di per sé, un’importante lezione di vita, riguardante la vita in comunità.

Ogni giorno siamo in grado di preparare circa 3.300 scatole per 13.200 soldati, il che significa che in cinque giorni riusciamo a confezionare 66.000 pasti!

La vita di Sar-El nella base è molto gradevole: ci si sveglia alle 6.00 e si fa colazione alle 7.00 nella mensa con i riservisti e i soldati; alle 8.00 si alza la bandiera; dalle 8.50 alle 12.30 si lavora; il pranzo è dalle 12.30 alle 13.30; si riprende a lavorare dalle 13.30 alle 15.30; alle 18.00 c’è un’attività di gruppo e poi si cena alle 19.00. La serata è libera per socializzare con gli altri membri del gruppo. Si trascorre il tempo a chiacchierare e scherzare, proprio come si faceva prima dell’era degli smartphone. Ho creato legami che dureranno per sempre. Ho incontrato persone provenienti da culture, lingue, religioni e affiliazioni politiche diverse, ma unite da un “obiettivo comune”: fare del bene per Israele e sostenerla nei momenti difficili. Insieme possiamo farcela.

È stata un’esperienza straordinaria che sicuramente ripeterò e che raccomando a chiunque!

Per ulteriori informazioni e per scoprire come partecipare, visita il sito:: SAR-EL – The National Project for Volunteers for Israel

3 thoughts on “Bonnie Rose: Il Mio Viaggio con Sar-El

  1. Confermo, è una bella esperienza! Noi preparavamo i kit di emergenza, soprattutto per IsraAid. La mia base era vicino a Tel Aviv. Purtroppo io ero già agé (sono andata prima del Covid), da giovani si è più in contatto con i soldati, ma è una delle poche attività di volontariato che non pone limiti di età. Confermo anche di quanto questa organizzazione sia poco conosciuta, non solo da noi, ma anche in Israele. Se si ama Israele è un must.

  2. Silvia ciao, sono Fabio Sandonnini Punzi, ed a ottobre partirò per Sar-El. tre settimane. poiché sono anche io di roma, possiamo sentirci via telefono con calma? ho alcune domande pratiche da farti
    grazie
    shalom
    Fabio san.donnini@libero.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna all'inizio