A Napoli ieri si è riunito il consiglio comunale per discutere, in seduta monotematica (e monocorde), del seguente ordine del giorno: “Crisi umanitaria a Gaza. Azioni per il ripristino della legalità internazionale”, alla quale erano stati invitata la creme degli odiatori d’Israele: da Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi c(he gli Stati Uniti ritengono promotrice di «un antisemitismo virulento», la giornalista Rula Jebreal, la quale sostiene di aver trovato la risposta «a come il mondo abbia potuto permettere catastrofi come l’Olocausto», il centro culturale Handala Ali, che in una recente mobilitazione ha definito Israele uno “Stato genocidiario” e molti altri ancora. C’erano tutti, tranne chi sta con Israele.
Al termine di un surreale dibattito dal quale sono stati accuratamente tenuti fuori come appestati i rappresentanti delle tre associazioni Italia-Israele del capoluogo campano, così come i rappresentanti della Comunità Ebraica partenopea, è stata votata “all’unanimità” (essendo presente per l’opposizione di centro-destra la sola Iris Savastano, che però al momento del voto è uscita dall’aula con ciò consentendo che si potesse parlare di “unanimità… mentre incredibilmente non pervenuti i rappresentanti di Fratelli d’Italia e Lega). La mozione impegna l’amministrazione presieduta da Gaetano Manfredi a rescindere ogni collaborazione istituzionale con enti israeliani.
Se la sono suonata e cantata, insomma. Da soli: ignorando – loro fantastici progressisti “democratici” – il principio basilare di ogni democratico confronto, quello della dialettica. Ma che dialettica, che confronto poteva esserci se ad animare il dibattito c’era Rula e la Albanese, oltre al solito manipolo di quei quattro consiglieri comunali fedelissimi all’ex sindaco de Magistris?
A nessuno è venuta l’idea di far partecipare anche chi ha posizioni diverse dalle loro? Più che una seduta di consiglio comunale, era una succursale di qualche osteria da campo che sulla porta d’ingresso espone il cartello: “Gli israeliani qui non sono i benvenuti”. Ma così è andata.
Per questo i presidenti delle tre associazioni napoletane della Federazione Italia-Israele hanno inviato, ieri stesso, la seguente missiva a Enza Amato, presidente del consiglio comunale:
“Illustre presidente Amato, abbiamo appreso che il Consiglio Comunale di Napoli da Lei presieduto organizza per la giornata di oggi -2 luglio 2025 – un dibattito monotematico sul tema: “Crisi umanitaria a Gaza” con un parterre di relatori ampio e tuttavia dichiaratamente lontano dalle posizioni che hanno costretto Israele ad intraprendere una guerra dopo gli orrori del 7 ottobre. Guardando l’elenco dei relatori non possiamo non esprimere le nostre riserve sul fatto che in questo dibattito mancherà un interlocutore capace di garantire, se non altro, una controparte alle posizioni di chi dimentica che Hamas è un’organizzazione terroristica, che la popolazione civile palestinese è la sua prima vittima, e che ci sono ancora ostaggi civili nelle mani di questi criminali senza scrupoli. A Napoli esistono tre associazioni di amicizia Italia-Israele che da sempre promuovono il percorso di integrazione e di opportunità tra la nostra nazione e quella di uno Stato democratico, l’unico in un Medio Oriente caratterizzato da regimi autoritari e teocratici. Sarebbe stato bello se ci fosse stata offerta la possibilità di poter partecipare ai Vostri lavori; sarebbe stata una buona occasione per chiarire anche che le nostre associazioni – lungi dal voler rappresentare le posizioni di ogni governo in carica in Israele – hanno legittimamente il diritto di intervenire in un dibattito serio e costruttivo; sarebbe stata, insomma, un’opportunità utile a tutti. Così non è stato, e per questo Le esprimiamo – da cittadini napoletani – il nostro più profondo rammarico e disappunto. Certi della possibilità di una prossima occasione, Le inviamo i nostri saluti. Firmato: Giovanni Bini, Antonio Cardellicchio, Francesco Lucrezi.