Napoli è città dell’accoglienza, e lo è con tutti. Senza discriminare nessuno. E’ il messaggio lanciato dalle tre associazioni Italia Israele del capoluogo campano ieri sera, quando a Geula e Raul Moses – protagonisti involontari di un episodio che definire squallido e opaco è solo un eufemismo – è stata offerta una cena in una nota pizzeria del Vomero.

Erano in tanti ad abbracciare i due israeliani allontanati dalla titolare di un ristorante del centro storico perché accusati di essere cittadini di una nazione definita “genocida” e “di apartheid” (un leit-motiv che conosciamo bene, purtroppo): iscritti, ma anche cittadini che hanno voluto esprimere la loro solidarietà per il duro trattamento subìto da chi – per vocazione, ma anche per dovere di legge – se fa il ristoratore deve farlo con professionalità e correttezza sempre. E con tutti. Invece così non è stato: immaginatevi cosa sarebbe successo a parti inverse: se cioè una coppia di palestinesi si fossero seduti al tavolo di una locanda per poi essere additati come terroristi di Hamas per il sol fatto di essere palestinesi.

Una pagina vergognosa che la città di Napoli non merita, sebbene a cavalcarla, adesso, siano i soliti noti: inutile fare nomi, anche perché questi attori co-protagonisti cercano una pubblicità che almeno da noi non avranno.
Viva la Napoli della tolleranza, viva Israele, e viva la libertà.
BRAVISSIMO GIUSEPPE NON SOLO PER ARTICOLO MA PER TUTTO QUELLO CHE HAI FATTO PERCHE’ L’INIZIATIVA, CON ANNESSI E CONNESSI…, ANDASSE BENE IN PORTO!
Bravi tutti