
di Francesco Speroni*
In queste settimane circola un video in cui Papa Francesco corregge il primo ministro israeliano Netanyahu, che afferma: “Gesù era ebreo e parlava ebraico”. Il Papa risponde: “Parlava aramaico”. Da questo scambio si sono scatenate — come spesso accade — interpretazioni ideologiche più che storiche. Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza, basandoci sui dati della ricerca storica e filologica.
Gesù parlava aramaico: la lingua quotidiana.
Gesù nacque e visse in Galilea, nella parte settentrionale della provincia romana di Giudea, al tempo di Augusto e poi di Tiberio. Lì, come in tutto il Levante semitico, la lingua comunemente parlata era l’aramaico. Era la lingua della comunicazione quotidiana, del lavoro, dei rapporti familiari. Anche molte espressioni riportate nei Vangeli sono in aramaico. È quindi storicamente corretto dire che Gesù parlasse aramaico, ed è verosimilmente questa la lingua con cui predicava e insegnava al popolo.

Gesù conosceva l’ebraico: la lingua delle Scritture.
Gesù era profondamente radicato nella tradizione religiosa ebraica. Partecipava al culto sinagogale e leggeva la Torah, i Profeti, i Salmi. Per questo, conosceva bene anche l’ebraico, la lingua dei testi sacri. Si trattava dell’ebraico biblico, centrale nella liturgia e nello studio religioso. Un paragone utile può essere quello con il latino nella Chiesa cattolica: per secoli si sono celebrate le messe in latino in tutto il mondo, quando le popolazioni locali parlava altre lingue. Così l’ebraico, ai tempi di Gesù, era la lingua del culto e delle Scritture, anche se il popolo parlava comunemente aramaico.
Il greco: la lingua dell’impero.
Nella provincia di Giudea, e in particolare in Galilea, il greco era diffuso come lingua di scambi, amministrazione e comunicazione tra popoli diversi. Non possiamo sapere se Gesù lo parlasse fluentemente, ma è ragionevole pensare che ne conoscesse almeno i rudimenti. I contatti con centurioni, pubblicani, e con aree di cultura ellenistica rendono plausibile una competenza minima, funzionale.
In sintesi, Gesù era un uomo del suo tempo, immerso in una realtà multilingue e complessa: parlava aramaico come lingua quotidiana; usava l’ebraico nella lettura e spiegazione delle Scritture, in modo simile a come si è usato il latino nella liturgia cristiana. Probabilmente comprendeva un po’ di greco, utile nei contesti interculturali.
Quindi, tornando a quel video che ho citato in apertura e premettendo che è clip totalmente decontestualizzata, possiamo affermare — limitatamente a quei breve scambio di battute fra i due — che Netanyahu avrebbe sbagliato se intendeva dire che Gesù parlasse solo ebraico, così come Papa Francesco avrebbe sbagliato se intendeva dire che Gesù parlasse solo aramaico.
*Francesco Speroni fino a pochi anni fa ha svolto l’attività di cameraman e editor. È stato documentarista d’arte per poi dedicarsi, a partire dal 2005, alle news, trasferendosi in Israele dove vi rimane quasi cinque anni lavorando soprattutto per Rede Globo. Dopo questo intenso periodo, si trasferisce prima in Giordania, poi nelle Filippine, dove vi rimane alcuni anni lavorando nella produzione cinematografica.
E’ il Coordinatore per la Versilia della Associazione Apuana Amici Italia Israele.