di Pietro Lignola*

La Francia, al solito, non ne combina una buona. L’ultima è l’intenzione, dichiarata da Macron, di riconoscere lo stato palestinese. Potreste ribattere che altri tre Stati europei l’hanno fatto, ma non mi convincereste, come non è stato convinto il governo italiano.
Probabilmente avrete compreso che non amo la Francia. Ci sono motivazioni storiche alla mia antipatia. La Francia, a mio avviso (anche se Macron non lo capisce) è inferiore all’Italia e valorizzata solo dal possesso della bomba atomica.
In un tempo in cui tutti cianciano di diritto internazionale, ci si dovrebbe rendere conto che per l’esistenza di uno Stato occorrono un territorio, dei confini e un governo. A nessuno viene in mente di riconoscere uno stato curdo o druso, benché si tratti di gruppi etnici ben precisi che popolano alcuni territori facilmente identificabili, e nemmeno la Catalogna, benché i catalani siano anch’essi un popolo antico, con una propria lingua e un proprio territorio, politicamente però appartenente alla Spagna. Esistono, al contrario, piccolissimi stati, come Monaco, San Marino, Andorra e il Liechtenstein, che hanno una storia, un territorio, confini e governi. 
Gli arabi di Palestina, al contrario, non hanno una storia. Occupano due territori, la Cisgiordania e Gaza, che peraltro non sono nemmeno comunicanti. La Cisgiordania è da sempre sotto il controllo israeliano e ciò non meraviglia, sia per l’irrilevanza di Abu Mazen, sia perché si tratta di Giudea e Samaria, due regioni che più storicamente ebraiche non si può: basta leggere Bibbia e Vangeli per rendersene conto. Gaza fu presa da Israele all’Egitto e da Israele concessa agli arabi: ma il suo governo, costituito da un’organizzazione terroristica che maltratta la popolazione, non può avere considerazione in nessun campo. Del resto, è in gran parte occupata dall’Idf e dipende da Israele per acquedotti, linee elettriche e ogni altra forma di civiltà.
Dov’è, allora, questo immaginario stato palestinese e perché alcune nazioni europee lo riconoscono? Anche l’Unione Europea lo sogna e lo tiene in grande considerazione. Non a caso, circa venti anni fa, la professoressa inglese Bat Ye'or scrisse un magnifico libro, “Eurabia”, pubblicato in Francia nel 2006 e in Italia nel 2007, nel quale spiegava “come l’Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana e antisemita.”, elencando tutti i criminali provvedimenti dell’Unione fino a quel tempo. Poi, però, la situazione è molto peggiorata. Dilaga un terribile e ripugnante odio razziale, denominato antisemitismo. 
La definizione è sbagliata, perché dovrebbe parlarsi di antisionismo. Anche gli arabi, infatti, sono semiti, al contrario degli indoeuropei, perché discendono da Sem e non da Jafet. Ma gli arabi, specie se mussulmani, sono adorati dall’Unione, che soprattutto da loro si fa corrompere.  Perfino il calcio europeo appartiene in gran parte agli arabi e i nostri campionati si svolgono in gran parte nella penisola araba.

La cosa più orribile è che anche la popolazione italiana, molto più tollerante di quella di altri paesi europei, è ormai profondamente intrisa di antisemitismo. A Napoli, un ristorante scaccia clienti ebrei, un altro espone un cartello di divieto d’accesso per gli appartenenti a quella razza; anche pensioni e alberghi, in diverse parti d’Italia, hanno fatto simili cose vergognose. Il gruppo ebraico lgbtqai+ Keshet Italia è stato cacciato dal Pride: questi tipi che esaltano tutte le diversità non tollerano quella della minoranza ebraica; lo stesso accade ogni anno e in ogni parte d’Italia alle celebrazioni della resistenza (antinazista!). Ove non è gradita la “brigata ebraica”. Si affiggono periodicamente, a Napoli dove io vivo, manifesti antisionisti. Il Consiglio comunale ha approvare una mozione che impegna il sindaco Gaetano Manfredi e la sua amministrazione «a rescindere ogni collaborazione istituzionale con enti, associazioni e istituzioni israeliane che siano espressione diretta dell’attuale governo israeliano». Questa settimana un uomo e il figlio di sei anni, all’autogrill Villoresi, a Lainate, in provincia di Milano, sull’autostrada A8, sono stati aggraditi perché ebrei, perché potavano la kippah.
Potremmo continuare con le schifose dimostrazioni di studenti pro pal e altro. Ma credo di aver detto abbastanza.
La conclusione è che questi "pro pal" sono nazisti e non lo sanno. Sono, anzi, molto peggiori dei nazisti, perché quelli credevano di difendere la propria razza. Costoro, al contrario, tifano per una razza diversa e, soprattutto, per i suoi vertici terroristi. I nazisti volevano difendere i tedeschi come loro, questi invece i propri nemici: gli omosessuali i cui simili i musulmani mandano a morte, le femministe certo non ignare che le donne musulmane sono schiave e vengono anch’esse messe a morte se provano a liberarsi. Non solo soltanto nazisti, ma anche incredibilmente stupidi.
*Il Roma

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