Tu quoque, Nancy

di Giuseppe Crimaldi

Chi nega a una nazione il diritto di difendersi si trasforma in uno spregevole sicario

C’è gente che non sta mai zitta. E che parla anche quando sarebbe meglio tacere, soprattutto in momenti delicatissimi come questo. E, ancor di più, quando ricopre (o ha ricoperto) prestigiose cariche istituzionali. E’ il caso di Nancy Pelosi, ex speaker democratica del Congresso americano, che ad onta dei suoi 84 anni ci riprova cercando ancora di far danni nella già sgangherata schiera dei “democrats”, gli stessi che niente di meglio riescono a proporre come candidato alle prossime presidenziali se non un altro ultraottuagenario con qualche evidente deficit motorio e qualche imbarazzante perdita di memoria.
Ebbene eccola, la pasionaria Dem, lanciare un siluro che di certo non aiuterà l’amministrazione Biden a riconciliarsi con il governo israeliano. Alla testa di altri 37 parlamentari del suo partito ha chiesto a Joe Biden di fermare il trasferimento di armi ad Israele dopo il raid in cui sono stati uccisi sette operatori umanitari a Gaza.


“Alla luce del recente raid contro i cooperanti e al continuo peggiorare della crisi umanitario, crediamo che sia ingiustificabile approvare questo trasferimento di armi” si legge nella lettera firmata dall’ex Speaker democratica e da altri 37 deputati. La lettera, che segna un significativo allontanamento della tradizionale politica filoisraeliana dei democratici, fa riferimento al recente ok dato dal dipartimento di Stato alla fornitura di nuovi bombardieri e caccia destinati ad Israele, il cui invio era stato già autorizzato dal Congresso. Come riporta l’Adn Kronos, riguardo all’inchiesta sulla dinamica del raid contro il team della Ong World Central Kitchen, nel quale vi era anche un cittadino americano, la lettera afferma: “Se si stabilirà che il raid ha violato le leggi Usa o internazionali, vi chiediamo di continuare a bloccare questi trasferimenti di armi fino a quando i responsabili non saranno portati davanti alla giustizia”. Interpellata da Axios News riguardo alla sua decisione di aderire all’appello, Pelosi ha affermato che “il governo israeliano deve permettere l’ingresso di aiuti salva vita per le famiglie innocenti di Gaza e garantire il passaggio sicuro a chi consegna questi aiuti. La fame non può essere usata come arma di guerra”.

A proposito: la Pelosi è quella che il 2 agosto 2022 rischiò di scatenare la rottura dei rapporti diplomatici tra Usa e Cina recandosi provocatoriamente a Taiwan (contro la volontà dello stesso Biden e dei suoi consiglieri per la sicurezza nazionale) in un momento di tensione massima tra Pechino e Taipei. Ma lei è fatta così: si diverte, evidentemente, a spararle grosse quasi stesse giocando a Risiko.
Tu quoque, Nancy. Negare a Israele il diritto di difendersi è una pugnalata alle spalle a un popolo e a una nazione che – purtroppo – non può fare a meno degli armamenti se vuole continuare a vivere. E chi fa il sicario d’Israele non sarà mai nostro amico.

3 thoughts on “Tu quoque, Nancy

  1. Tutto vero . Vi avverto : ho quasi 80 anni anch’io pertanto fermatemi quando comincerò a far danni

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