di Giuseppe Crimaldi
Ho un brutto presentimento. E’ un pensiero che vorrei scacciare, quello che da qualche giorno mi insegue sulla meravigliosa flottilla che fa rotta verso le coste di Gaza, ben sapendo dei rischi che si corrono quando su quel terreno è in corso una guerra.
Che cosa succederà?, mi domando. Voglio evitare ogni equivoco e ogni polemica su chi ci sia realmente dietro l’organizzazione di una sì imponente missione, su chi paghi i costi di lussuosi yacht e panfili con i vessilli palestinesi. E voglio sgombrare preliminarmente il campo da fraintendimenti: ogni missione umanitaria merita rispetto, sebbene mi continui a chiedere perché simili iniziative non siano mai state affrontate per il Darfur, piuttosto che per il Nyanmar, la Somalia, o per uno solo dei restanti 55 conflitti mondiali dei quali non si parla e che sembrano non interessare il popolo dei propal.
Viviamo giorni difficili, e violenti. Gli omicidi politici in America, i pericoli che vengono dalla Russia, l’innalzamento dei toni che non risparmiano neppure i politici italiani sono brutti segnali che si proiettano come ombre sinistre sul futuro dell’umanità.
Ecco, da questo contesto di violenza si sprigionano i miei pensieri su ciò che potrebbe accadere tra otto giorni – quando la prodigiosa flotta “pacifista” e “umanitaria” si avvicinerà alle acque territoriali israeliane. Perché tra i 400 e più imbarcati su quei navigli non ci sono solo persone animate da un senso di generosa umanità. Non ho le prove, ma più di qualcosa mi dice che c’è chi cercherà l’incidente. A bordo ci sono manipoli di violenti pronti a tutto. Qualcuno persino a immolarsi: shahib (non italiani) infiltratisi nella pattuglia dei pacifisti con intenti niente affatto pacifici. Voglio sbagliarmi, pronto a scusarmi il giorno successivo a quando tutto questo sarà finito: ma temo che assisteremo a situazioni a dir poco problematiche. La ricerca del martirio da parte di alcuni soggetti di religione islamica è un dato di fatto del quale non si può non tenere conto.
Condivido pienamente il tuo sentimento e il tuo pensiero
Non si parla di altre tragedie di bambini nel mondo e c ne sarebbero cominciano dall’Ucraina , semplicemente perché Hamas con i soldi dell’IRAN sponsorizza ogni cosa riguardi Gaza , flottiglia compresa , le barche sono state acquistate con i sodi di Hamas , si parla di 50.000 Euro a barca , sono cazzate ho visto Doufur di 47 ” , di seconda mano non meno di 100/120,000 a barca , non sono barche di privati , perché si sa che non ne tornerà indietro neanche una ! Ci sono infiltrati pronti a tutto e appunto per questo al momento opportuno Israele è costretta a bloccare la flottiglia con le buone o con le cattive , auguriamoci che ci sia buon senso bei comandanti e la cosa si risolva con le buone maniere , in mancanza sequestro derrate e mezzi e galera per gli equipaggi ! Poi toccherà alla Ambasciate tirarli fuori . Fine della novella !