E’ stato pubblicato un libro molto bello, “Bambini rapiti, bambini contesi. Battesimi forzati e fratellanza umana – Con un appello al Pontefice”, a cura di Elisa Bianchi ed Elèna Mortara, che raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla Associazione italiana amici dell’Università di Gerusalemme lo scorso 24 novembre presso la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

Il tema dei battesimi forzati di bambini, noto al grande pubblico in specie per il caso storico del piccolo Edgardo Mortara rapito per motivi religiosi e mai più restituito alla famiglia ebraica nella Bologna del 1858 e per il film Rapito (2023) di Marco Bellocchio, è al centro di questo volume. Anche dopo il clamore internazionale suscitato dal caso e dopo la fine del potere temporale della Chiesa cattolica, il dibattito sulla liceità o meno dei battesimi forzati non si è mai fermato a livello teologico e giuridico, così come l’indagine storica volta a valutare la ricaduta della pratica.
Tale pratica, che ha origini antiche, non può dirsi terminata, dal momento che il Codice di diritto canonico contempla a tutt’oggi la possibilità di battezzare contro la volontà genitoriale. Partendo da una prospettiva storica che tocca in particolare l’età moderna e il periodo della Shoah giungendo ai giorni nostri, il libro propone un’ampia disamina di tale tematica, che intercetta differenti piani quali quello storico, teologico, giuridico, psicologico, offrendo al lettore un percorso esaustivo che si conclude con un accorato appello al Pontefice: è ancora accettabile, oggi, che il Codice di diritto canonico consenta il battesimo dei più piccoli contro la volontà delle famiglie, persino non cattoliche? Non si dovrebbe procedere alla cancellazione definitiva dell’articolo del Codice di diritto canonico che ancora permette tale pratica?​

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