Non è un mutuo acceso con la banca. Non è un prestito Compass. Non è nemmeno l’eredità lasciata dallo zio d’America. E allora, chi paga i costi della mission flottilla?

Ovviamente parliamo di milioni di dollari. Armare non so quanti velieri oceanici a cinque stelle non è uno scherzo. Eppure nessun giornale, nessuna trasmissione televisiva, nessun commentatore del mainstream vi dirà mai chi realmente ha messo i dindi, la grana per far viaggiare tanti mezzi e tanta gente. Al netto poi, ovviamente, delle derrate e degli aiuti umanitari a bordo.

Non ci vengano a raccontare la favoletta delle donazioni private, del crowdfunding, degli appelli alla solidarietà, perché per mettere su una simile organizzazione servono capitali importanti. Perché, attenzione, il “capitale” quando serve serve, e il denaro ai proletari propal non fa schifo e non puzza se lo si usa per andare a liberare Gaza dall’assedio israeliano. Questa si chiama vera forza della coerenza politica.

E allora: chi mette mani al portafogli per pagare le barche, gli equipaggi, le spese portuali, i carburanti necessari a questa lunga crociera nel Mediterraneo? Domanda che resta ancora senza risposte esaurienti.

One thought on “Flottillando, ma chi paga?

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