di Giuseppe Crimaldi
Caro Travaglio (anzi, ci togliamo il “caro”),
non sappiamo che cosa animi in te tanto livore nei confronti d’Israele per poter pubblicare l’ennesima a dir poco discutibile copertina del Fatto Quotidiano nella quale compare l’immagine del premier Netanyahu definito “terrorista”.
Non ci è chiaro il motivo per il quale da mesi e mesi il tuo vignettista pubblica disegnini e battute dichiaratamente ANTISEMITE, e ripeto ANTISEMITE, non antisioniste (ma almeno su questo siete molto più onesti e coerenti di tanti altri ipocriti benpensanti che aborrono la parola “antisemita” dichiarandosi invece “antisionisti”).
E così come ci sfuggiva la tua linea che asseconda il bombardamento selvaggio e stragista che i russi ogni notte compiono in Ucraina, così come la tua fascinazione per Putin, non ci spieghiamo cosa sia ad animare te e il tuo giornale verso sentimenti tanto forti da giustificare le più elementari domande che ogni uomo e donna dotato di un minimo spirito critico si pone davanti a simile virulenza verbale.
Definisci Netanyahu un terrorista. Per il vocabolario della lingua italiana la parola “terrorismo” indica testualmente: “Lotta politica, basata su violenze indiscriminate e destabilizzanti (uccisioni, sabotaggi, attentati dinamitardi, ecc.), impiegato da gruppi clandestini rivoluzionari”. Israele è uno Stato democratico, il solo in una fetta di mondo popolato da regimi auto e teocratici, non certo un gruppo clandestino rivoluzionario. Israele si difende da 80 anni da chi – esplicitamente e senza giri di parole – ne chiede la soppressione, la fine, la morte. Rivendica solo il diritto alla esistenza. Ma si scaglia, quando serve, contro chi mina o tenta di compromettere questo sacrosanto diritto. E per questi motivi è costretto a fare la guerra.
Travaglio, tu che di storia dici di intendetene, tu che scodelli in ogni tuo articolo e in ogni trasmissione televisiva dotte citazioni sui trattati, sulle mosse politiche internazionali di ieri e di oggi, su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, queste cose dovresti saperle. E se le sai, allora non ci resta che concludere che è la malafede ad animarti. Malafede e pregiudizio che ti animano e sono semmai superiori al livore che sprigioni quando scrivi e parli.

No, Netanyahu non è un terrorista. Si può discutere sulle morti dei civili di Gaza (l’uccisione di innocenti non si può mai giustificare), ma se lo si fa il discorso allora va inquadrato nella vigliaccheria di Hamas che utilizza la popolazione civile della Striscia per nascondersi nei mercati, nelle moschee, negli asili, nelle scuole e tra gli innocenti gazawi; che poi innocenti fino in fondo non lo saranno mai, per due buoni motivi: per non essere mai riusciti a organizzarsi in resistenza contro un regime oppressivo capace di incassare miliardi di dollari e di euro non certo per promuovere il benessere della sua gente (vatti a rileggere i dati sulle cascate d’oro e diamanti fatti piovere su Gaza e utilizzati per armarsi e costruire i tunnel della morte, non per creare sviluppo e benessere); e poi perché – e questo in pochi lo dicono – migliaia e migliaia di gazawi festeggiarono il 7 ottobre e le sue atrocità con gioia e sadica soddisfazione, inneggiando agli sgozzamenti e agli obbrobri commessi sui civili innocenti). Ed ancora, non dimenticare che la maggioranza dei palestinesi sono stati i primi fiancheggiatori nei rapimenti e nella “custodia” dei poveri ostaggi civili israeliani.

Netanyahu – democraticamente eletto da un popolo – non è un terrorista. A Gaza le ultime elezioni risalgono al gennaio 2006. In Siria, fino al rovesciamento del dittatore Assad, le consultazioni elettorali erano una barzelletta. E così in Iran. Senza contare che l’incapacità dei palestinesi di avviare una trattativa credibile con Israele deriva dalla spaccatura tra Fatah di Abu Mazen e Hamas.
Terroristi sono l’ayatollah Khameney, i fratelli Sinwar, il ciccione che domina col terrore in Nord Corea, gli Houthy, i mullah afghani, eccetera eccetera. Siamo circondati da terroristi. Ma tu preferisci puntare il mirino contro Israele. Certo, vedere che a Gaza stanno morendo tanti civili fa male e pone degli interrogativi. Ma con il semplicismo politico che ti è proprio, tu ti poni dal lato sbagliato della storia. Prova a farti entrare in testa questo concetto: chi minaccia la distruzione d’Israele non troverà mai pace. Augurati che Israele faccia ordine in un Medio Oriente che ha bisogno solo di pace e stabilità. Augurati di non vivere mai in un Paese accerchiato da nemici e di non essere costretto ad alzarti ogni mattina sapendo che potrebbe essere l’ultima. E spera in un miracolo: che ti si aprano, finalmente, gli occhi e la mente.
Vauro, tu sei semplicemente una merda…
Ho il libro di Tanio Romano “L’Inganno palestinese” e l’ho proposto a leggere a una mia cara amica che mi ha prestato uno di Marco Travaglio “Israele e palestinesi in poche parole”: è sempre utile sentire anche chi non condivide le tue idee. Marco, il tuo non è un libro sulla regione, sul conflitto, tanto meno sul parere di come cercare di risolverlo. Il libro è un’ossessione contro Netanyahu! Giuro, se il diavolo lo leggesse, al momento del trapasso (spero il più tardi possibile!) Netanyahu non sarebbe entrato nemmeno all’Inferno! Di Israele e dei palestinesi sono davvero poche parole, il resto è l’odio contro il leader israeliano!
Lettera lucida e perfetta Peccato che il destinatario non sarà in grado di capire essendo un invasato irrecuperabile cieco e impermeabile alla sofferenza della gran parte del resto del mondo dove ogni giorno vengon trucidati e violentati bambini e donne e non sono neppure Israeliani!
Ma lo pagano i terroristi. Fa schifo lui e vauro e’ sempre stato un coglione impostore.