di Carlo Panella*

Sul palco del comizio del 7 giugno a Roma, oltre ai segretari dei partiti promotori, ci saranno infatti accesi fiancheggiatori di Hamas, chi accusa Israele di genocidio, ma neanche un rappresentante della fortissima opposizione israeliana a Netanyahu. Sarà quindi una manifestazione contro Israele tutta, non contro la guerra e a favore di chi solo la può fermare, l’opposizione israeliana. Infatti, se si legge nel merito la mozione parlamentare sulla crisi di Gaza votata settimane fa dal Partito democratico, dai Cinquestelle e da Avs e ora piattaforma della mobilitazione del 7 giugno, si raddoppiano le conferme di questa svolta.
È infatti il manifesto delle posizioni più terzomondiste della sinistra, sommate a quelle della peggiore tradizione sovietica. Tre i punti di rottura con la recente evoluzione della sinistra su Israele. Il primo, che ricorda la malaugurata stagione filosovietica del Pci e del gauchismo è il totale mancato raccordo e richiamo del Pd con la maggioritaria opposizione israeliana di sinistra e di centro alla conduzione della guerra di Gaza da parte del governo Netanyahu. Una mancata alleanza del Pd con la parte sana di Israele che rinnega l’evoluzione progressista e liberal della sinistra e del Pd negli ultimi trent’anni.
Le immense e ripetute manifestazioni israeliane nelle piazze contro il governo non scaldano il cuore di Elly Schlein, che le ignora. Nella piattaforma della manifestazione del 7 giugno, infatti, non si trova neanche un cenno all’altra Israele, che pure è preponderante nei sondaggi, che contesta la conduzione della guerra e che è tanto forte da essere largamente rappresentata nei vertici militari e dello Stato.
Dunque, il Pd di Elly Schlein non ha nessun interesse a interloquire e quindi a rafforzare questa opposizione israeliana – di cui la segretaria, infatti, mai parla – che è invece non solo la migliore, ma l’unica garanzia di una soluzione equilibrata del conflitto.

Tutto è ridotto a una ridondante propaganda contro un Israele di cui volutamente e cinicamente non si vede il popolo e l’opposizione, in un’operazione che sostanzialmente è di demonizzazione dello Stato ebraico secondo i canoni del sovietismo d’antan. Da qui non da altro il secco rifiuto di questo Pd della saggia proposta di Edith Bruck di affiancare la bandiera israeliana a quella palestinese nel corteo.
Coerentemente, la piattaforma della manifestazione chiede di punire Israele, tutta Israele, non il governo, con la sospensione del patto di Associazione con l’Unione Europea. Col che viene colpita dal Pd di Elly Schlein proprio la base sociale dell’opposizione al governo Netanyahu.
Infatti, questo importante patto di Associazione raccorda l’Europa con gli ambienti scientifici e industriali di Israele, col grande mondo delle start up, con i settori della produzione hi-tech e con i sindacati, che sono il cuore, la massa, delle manifestazioni enormi contro il governo Netanyahu, non certo con i coloni, i movimenti religiosi ortodossi e gli strati sociali medio-bassi che costituiscono la base sociale della destra e dell’estrema destra che supportano il governo Netanyahu.
Né c’è da temere che la collaborazione scientifica tra Europa e Israele in novecentocinquantuno progetti di ricerca finanziati dall’Ue con un miliardo e cento milioni di dollari comporti una collaborazione in campo militare, elemento di propaganda farlocca del movimento pro-Pal a cui evidentemente Elly Schlein strizza l’occhio assieme a Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Ekaterina Zaharieva, commissario europeo all’Innovazione e alle start up, ha infatti assicurato che «tutti i progetti sono stati verificati e a questo stadio abbiamo concluso che i beneficiari israeliani non hanno infranto nessuna regola etica».
Ma l’Accordo tra Israele e l’Ue limita anche i dazi e liberalizza i commerci. Dunque, sospenderlo ha un solo effetto: colpire non il governo, ma la popolazione israeliana, ed è palesemente questo l’obiettivo che si pone il Pd di Elly Schlein a rimorchio passivo dei Cinquestelle e dell’estrema sinistra. Tutta la segretaria del Pd è disposta evidentemente a sacrificare alla sua caparbia costruzione del campo largo.
Infine, ma non per ultimo, manca nella piattaforma della manifestazione del 7 giugno un appello all’indispensabile contrasto ad Hamas nel futuro di Gaza e della Palestina. Pure, gli stessi ministri degli esteri di Francia, Italia, Germania e Regno Unito, nell’approvare le linee generali del cosiddetto Piano Arabo per il futuro di Gaza, proposto dall’Egitto e approvato dalla Lega degli Stati Arabi, sono stati nettissimi, correggendo con forza le ambiguità di quel Piano sul punto focale dell’influenza futura sulla Striscia degli autori del pogrom del 7 ottobre: «Ribadiamo con chiarezza che Hamas non deve più governare Gaza né essere una minaccia per Israele».
Nella piattaforma della manifestazione, invece, non un cenno sul ruolo futuro di Hamas: la ragione è evidente: Elly Schlein sa bene che i suoi alleati grillini, gauchisti e soprattutto il movimento pro-Pal che corteggia, di cui vuole i voti e a cui lascerà spazio nel corteo, sono sostanzialmente filo Hamas. Chiede quindi la liberazione degli ostaggi – il minimo sindacale di decenza – ma si guarda bene dallo schierare il Pd contro il ruolo dei terroristi Hamas nel futuro del popolo palestinese.
Tutto, dunque, è stato detto e fatto perché la manifestazione del 7 giugno dia spazio ai peggiori rigurgiti antisraeliani e antiebraici, perché la piazza pro-Pal e filo Hamas che vuole cancellare Israele dalla faccia della Terra si scateni. E si scatenerà.
*Carlo Panella già inviato in Iran, Israele e Medio Oriente, è autore di una dozzina di saggi sulla crisi dell’islam, sul fondamentalismo islamico e sul nuovo e vecchio jihad. Ha pubblicato per Lindau Il libro nero di Hamas , l’antisemitismo islamico e il miraggio dei due Stati.
Condivido pienamente quanto sopra espresso dal giornalista e scrittore Pannella a proposito della manifestazione del 7 giugno non per la pace ma solo contro Israele e a favore di Hamas che lo vuole distruggere. Vergogna!!
È una vergogna indecente! La sinistra e i cattocomunisti sono ciechi, incapaci di pensiero critico e memoria. Chi manca di queste facoltà rischia di ripetere nella storia l’abomino della shoah. Sono incredula e rifletto sugli avvertimenti di Hannah Arendt e di tanti sopravvissuti. Marina Montagnini