Le radici dell’odio

di Giuseppe Crimaldi

“Non si sono appassionati alla causa del popolo afghano, stritolato dalle spire del fondamentalismo talebano. Non hanno battuto ciglio in difesa delle donne iraniane, che al grido “donna, vita, libertà” sfidano le rappresaglie dei mullah. Non hanno versato una lacrima né speso una parola per i cristiani armeni massacrati e infine cacciati dal Nagorno-Karabakh dalle milizie azere sostenute dalla Turchia. Sono gli stessi che giustificarono gli attentati dell’11 settembre 2001, gli stessi che giustificano l’invasione russa dell’Ucraina. Sono i “pacifisti” italiani”.

Ci sono due modi per cercare di analizzare e interpretare l’ondata di antisemitismo 3.0 che – sotto la maschera dell’antisionismo – mai come in questi giorni svela il volto feroce dell’odio.
Il primo è immaginare che sia il solito fuoco che cova da sempre sotto la cenere: un morbo atavico e resistente, un male incurabile che non si può estirpare. Ma è un approccio semplicistico. E’ vero che i sentimenti neri dell’antisemitismo sono tossine che circolano nel sangue del razzismo, avvelenando il clima dai tempi della “stirpe deicida”, degli auto-da-fe, dei pogrom, per arrivare ai campi di concentramento, alle camere a gas e al 7 ottobre. Il pregiudizio è una bestia feroce: e se dovessimo svegliarci una mattina per scoprire che tutti sono della stessa razza, credo e colore, troveremmo qualche altra causa di pregiudizio entro mezzogiorno.


Quando poi il pregiudizio si unisce all’ignoranza, allora il moltiplicatore cellulare degli imbecilli di massa, e genera un odio ancora maggiore. E questo sta accadendo in questi giorni: archiviato con sorprendente velocità l’abominio del 7 ottobre, assistiamo ad una paradossale inversione dei ruoli: per cui, oggi, i buoni sono i palestinesi – tutti, e non faccio differenze tra i dirigenti di Hamas e le migliaia di civili i quali – ricordate? – festeggiarono il massacro degli israeliani offrendo dolcetti in strada, con danze e banchetti – mentre i cattivi sono gli israeliani. Tuttavia, a ben guardare, neanche questo basta a giustificare l’onda lunga dell’antisemitismo 3.0.


La vera linfa che alimenta questo immorale fiume carsico è un’altra. A muovere le masse da New York a Londra, da Giakarta a Stoccolma, a rianimare le orde dei propal, dei neonazi, dei cosiddetti “collettivi studenteschi” è un’altra. E la parola magica è: “anti-americanismo”. Il sillogismo Usa uguale amici di Israele, rafforzato da uno spirito di presunta rabbia anti-colonialista (che su Israele c’entra come i cavoli a merenda) ha chiuso il cerchio. Ecco la vera radice dell’odio.
In Italia c’è un filo che congiunge la guerra in Ucraina e il massacro dei terroristi di Hamas ai danni d’Israele: i valori liberali e democratici su cui si fonda la nostra identità occidentale. Lo ha scritto egregiamente Andrea Cangini di recente su Formiche.net: “Non si sono appassionati alla causa del popolo afghano, stritolato dalle spire del fondamentalismo talebano. Non hanno battuto ciglio in difesa delle donne iraniane, che al grido “donna, vita, libertà” sfidano le rappresaglie dei mullah. Non hanno versato una lacrima né speso una parola per i cristiani armeni massacrati e infine cacciati dal Nagorno-Karabakh dalle milizie azere sostenute dalla Turchia. Sono gli stessi che giustificarono gli attentati dell’11 settembre 2001, gli stessi che giustificano l’invasione russa dell’Ucraina. Sono i “pacifisti” italiani”.

5 thoughts on “Le radici dell’odio

  1. Fra le varie cause dell’antisemitismo, oltre a esserci (ahimè)la triste abitudine occidentale cristiana di demonizzare l’ebreo brutto ,sporco e cattivo (valori questi rimasti sopiti nelle spire del codice genetico pronti a scattare a orologeria),esiste la volontà islamica dal 1938 a oggi, di occupare l’intera Palestina. La loro “retropolitica” prevede il terrorismo( accettato dagli ormonali terzomondisti occidentali e dall’ONU), la congiura e la propaganda infarcita di menzogna e totali falsi storici. Ma i nostri FREE PALESTINA non hanno mai studiato ,hanno solo ascoltato le bugie dei seguaci di Hamas

  2. L’articolo è ottimo e l’analisi corretta, ma non posso nascondere il mio sconforto di Ebreo e il mio senso di umiliata impotenza di fronte a questa Idra di Lerna eternamente rigenerantesi.

  3. Grazie Giuseppe. Siamo in una situazione davvero difficile. Non riesco nemmeno a immaginare cos’altro dovremo vedere e vivere. Perché tutto quello a cui stiamo assistendo già adesso, credevo fosse impossibile succedesse. Un incubo

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