di Paolo Macry

Il mainstream anti-israeliano e antisemita sta diventando globale. E la sua bandiera sono “i bambini di Gaza”. Non i bambini ebrei trucidati il 7 ottobre. Non le centinaia di migliaia di bambini che quotidianamente vengono bombardati, uccisi, abusati, affamati in Ucraina, Sudan, Congo, Myanmar, Yemen, Etiopia. Solo “i bambini di gaza”.
Le immagini dolorose dei “bambini di gaza” hanno oggi una sorta di esclusività morale, culturale e ideologica, perché diventano il simbolo indiscutibile della volontà genocidaria israeliana, dell’oppressione neocoloniale, della brutalità occidentale, della millenaria diversità ebraica. La discriminante tra il male e il bene.
Nulla conta che “i bambini di gaza” siano stati cinicamente usati dai terroristi come vittime sacrificali (questo chiese Sinwar). Nulla conta la sistematica manipolazione dei fatti costruita da Hamas, dalle ong, dall’Unrwa, dall’Onu, dai governi anti-occidentali, dall’Iran, dalla Cina, dai “Brics”.
E’ ancora possibile reagire al mainstream? Proporre una lettura critica della realtà? Insegnare la storia ai giovani?

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