di Antonio Cardellicchio
Mentre sto scrivendo, molto probabilmente stanno avvenendo ulteriori aggressioni violente ad Ebrei, che non ho ancora saputo.
È senza limiti questa valanga di fango e di sterco antiebraico, con il suo oscurantismo e nichilismo fanatico e con l’abisso infernale di Gaza. Quotidiano bombardamento mediatico come forma di persecuzione ossessiva degli Ebrei, modellato sulla guerra psicologica di Hamas e dell’Iran, una disinformazione accanita che è un atto di guerra oltre la manipolazione, falsità, fiumana di odio.
La voce ebraica è negata. L’esistenza ebraica non è prevista nella contabilità delle nazioni. Il negazionismo dopo la Shoah si vergognava, e ha atteso anni prima della sua fuoriuscita; invece, dopo l’assoluta disumanità del 7 ottobre, il negazionismo senza vergogna è cominciato già il giorno dopo, quando da Londra a Sidney la piazza di immigrati islamici e dell’estrema sinistra urlava “Gas agli Ebrei!”. Un programma di nuova Shoah, con un richiamo alla Shoah storica. Ebrei della diaspora oggetto di aggressione verbale quando va bene, fisica quando va male, Ebrei di Eretz Israel oggetto di eliminazione pianificata.
Appena gli Ebrei escono dalla clandestinità con segni visibili vengono aggrediti e picchiati. Dall’autogrill vicino Milano (con furia violenta da bestie selvagge), dal ristorante italiano di Vienna ai bambini ebrei francesi espulsi dall’aereo spagnolo. Si tenga presente che la maggior parte degli Ebrei italiani non porta la kippah in pubblico e ora si priva di ogni segno identitario, anche per le disposizioni dei servizi di sicurezza delle comunità, altrimenti le violenze sarebbero molto più numerose. Cioè si difendono solo nascondendosi.
La colpa grave, lo scandalo inaccettabile degli Ebrei è il loro passaggio da pecore al macello ad una autodifesa intrepida. La disinformazione ufficiale dell’Occidente ha scelto la strada antiebraica e anti-occidentale, ripete e amplifica la posizione terrorista nazi-islamica di Hamas e Iran. Esplicito odio antiebraico e implicito suicidio dell’Occidente. In un una antidemocrazia trionfante, con immagini e parole di un estremismo della falsità che ribalta la realtà e i principi di libertà e democrazia. Giorno dopo giorno i media servili propagano l’ufficialità terrorista con ridicole etichette tipo “il ministero della Salute”, “realtà locali”, “fonti mediche palestinesi”, come se in quella realtà abominevole potessero esistere tipologie parlamentari ministeriali o un organismo professionale medico autonomo. Inaudito per chi ha occhi e orecchie, eppure tutto questo diventa ovvietà quotidiana, dose tossica per schiavi senz’anima. Uccisione sistematica degli Ebrei con la parola e avvelenamento di democrazie disarmate di fronte all’offensiva totalitaria.
Poche minoranze critiche, sentinelle di libertà, riescono a leggere nelle trombe dell’odio e nella volontà assassina alcune verità elementari, come ad esempio i video di Claudio Velardi e Niram Ferretti, gli articoli di Fiamma Nirenstein, e questa pagina. Domina un coro di uniformità conformista e schiavitù mentale, con una sinistra in prima fila nel sostegno al nazi-islamismo e una destra che balbetta, che chiede “due popoli due Stati” come la sinistra e si limita a ridurre l’estremismo antiebraico.
Nella tragedia, c’è la pesante responsabilità della politica filo-araba e anti-israeliana della UE (il progetto Eurabia), dell’ONU stravolto in una tribuna di propaganda delle dittature e del terrore, della Francia che riceve il plauso di Hamas, di un Sud globale che ignora e avversa la democrazia, delle oscillazioni del Presidente Trump, della crisi corrosiva della cultura, dell’istruzione, dell’identità occidentale.
La politica euro-arabica e anti-israeliana di diversi paesi quali Francia e Regno Unito è condizionata e ricattata dalle comunità immigrate islamiche che costituiscono enclave fuorilegge di sharia nei loro stessi territori, e compiono violenze antisemite, antifrancesi, antibritanniche.
Nel fondamento c’è la rabbia e il risentimento islamico tradizionali contro le democrazie occidentali, che hanno raggiunto livelli esplosivi. Una rabbia analizzata, fin dalle sue origini, con lucidità e competenza dal grande specialista della realtà mediorientale, l’ebreo Bernard Lewis (si veda in particolare “Le origini della rabbia musulmana. Millecinquecento anni di confronto tra Islam e Occidente”, 2010, Oscar Mondadori).

Israele viene mostrificato come genocida, con una infamia tanto assurda e satanica che gli stessi nemici dichiarati di Israele dicono che certo, commette “crimini di guerra”, ma non certo un genocidio. In realtà, la costruzione di un Israele genocida da parte della guerra ibrida del terrorismo islamico serve a mascherare e depistare il reale progetto genocida antiebraico dell’imperialismo totalitarismo islamico.
La seconda mostrificazione è l’accusa di creare deliberatamente fame e carestia nella Striscia di Gaza, quando si è dimostrato che la condizione infernale degli abitanti di Gaza dipende da un sistema di guerra e da una economia di guerra con le quali Hamas ha lo scopo deliberato di affamare e schiavizzare la popolazione. Hamas ruba in modo sistematico il cibo, mentre l’ONU blocca i camion di viveri e li fa marcire sotto un torrido sole; i terroristi si infiltrano nella popolazione che corre nei posti di distribuzione e sparano contro gli organizzatori umanitari e i soldati israeliani che intendono garantire una distribuzione regolare.
Hamas è incoraggiato a persistere nelle sue azioni barbare, disumane, antisemite e anti-arabe perché si sente sicuro dell’appoggio informativo anti-occidentale dei media occidentali. Come Hitler studiava ogni mossa prima di procedere verso la Soluzione Finale e, dopo aver verificato l’inazione e la complicità in materia antisemita, passava alle successive e più gravi tappe nel percorso della Shoah.
Si è fatto molto rumore per l’increscioso incidente della parrocchia di Gaza (spesso i terroristi si nascondono in prossimità dei luoghi di culto), ma si trascura o si tace sugli orrendi e crescenti massacri di cristiani da parte degli islamisti, dalla Siria al Congo. Un vero orrore. Anche se Papa Leone ha cominciato a denunciarli.
Nella mostrificazione di Israele si propaga di tutto, si dice ciò che non è, e si dice ciò che non può essere, da parte di un popolo e della sua autodifesa, che hanno la legge morale, divina e laica, nella loro vita quotidiana.
La religione ebraica, nei suoi valori permanenti, sfida le convenzioni confessionali quando stabilisce la regola per cui: “l’ignorante non può essere pio” (Pirkè Avot), cioè il dovere di studiare per una vita intera la parola infinita del Dio vivente.
L’accusa mediatica orchestrata dal terrore dunque dice cose che non possono esistere, che sono proibite dalle severe regole di condotta della vita ebraica. Qui avviene un conflitto tremendo tra l’esercito più democratico del mondo e il terrore più disumano, sadico e genocida del mondo.
L’autodifesa dello Stato ebraico ha le sue regole di ingaggio, una libera discussione prima e dopo le azioni, il diritto-dovere di disubbidire a ordini disumani. Per Tsahal, più della funzione militare stessa conta l’ethos, capace di manifestare il reale carattere dei valori e dei principi fondamentali del popolo di Israele. La sua organizzazione interna si fonda sul merito, sull’assunzione di responsabilità, sull’avvicendamento dei ruoli, in particolare degli incarichi di comando. Ecco un esercito popolare, una democrazia militare che ha saputo osservare le sue regole morali.
Esiste una particolare fierezza per il comportamento etico in combattimento, che viene definito come “Toar haNeshek” (purezza delle armi). Si ricorda che un leader del Palmach, Yitzhak Sadeh, amava dire ai suoi uomini: “Amate le vostre armi, odiate la guerra.”
La nazificazione degli Ebrei sconvolge e ribalta il mondo intero, vuol dire uccidere una seconda volta i sei milioni di martiri della Shoah e preparare una nuova, più selvaggia, Shoah.
Ma tanta crudeltà e cecità non sorprende, in un mondo che teorizza la post-verità, dove c’è sovrabbondanza di azione senza pensiero, di negazione del pensiero pensante, di iperinformazione che genera disinformazione, di fretta che non è velocità, di rumore nemico della musica, di invadenza di immagini senza cultura della visione. Un mondo annegato nella banalizzazione quotidiana, nella morale degli schiavi, nella schiavitù del risentimento.
La condotta ebraica è per sua natura autocritica. Rav Roberto Della Rocca ci ripete che non esiste un Israele ideale. I propri errori e orrori vengono criticati, proibiti, condannati.
Qualche esempio. Anni fa, dopo l’atroce delitto di tre ragazzi ebrei israeliani nelle mani di terroristi arabi, un diciassettenne ebreo per vendetta bruciò vivo un coetaneo palestinese. Tutta Israele insorse, indignata, equiparò l’adolescente omicida ai peggiori terroristi nemici di Israele e lo condannò alla pena massima. Prima del 7 ottobre, un soldato israeliano sparò a un palestinese già disarmato e gettato a terra: venne condannato dalla giustizia militare. La Corte Suprema ha accolto diverse istanze di cittadini e villaggi arabi-israeliani. Quando un gruppo di fanatici ebrei coprì di scritte offensive una chiesa cristiana, trenta rabbini condannarono come antiebraico tale atto e cancellarono con le loro mani le scritte.
L’intera vita ebraica è scandita dall’etica biblica, da obblighi morali.
Per chi è privo di nebbia ideologica, cecità morale, cultura dell’odio e della morte, è evidente che Israele esprime una delle forme più avanzate di civiltà umana, grande tradizione e grande innovazione, primato dell’etica, cultura della vita e della libertà. Mentre Hamas e soci sono una regressione disumana ad una animalità primordiale e brutale, con la mistica fascista della morte e la furia comunista del risentimento, dell’odio per la creazione di ricchezza e bellezza.
Che il mondo che si auto-rappresenta come civile segua le mega-menzogne e l’odio di Hamas, che abbandoni e demonizzi Israele, rappresenta la sua dissoluzione, l’odio di sè, l’allineamento ai barbari. Che non lo ringrazieranno, ma lo distruggeranno.
Un giorno, non vicino, una parte rinsavita dell’umanità riconoscerà le ragioni di Israele e la disumanità estrema dei suoi nemici feroci. Qui ed ora non bisogna cedere e concedere, neppure un centimetro alle schiere sataniche dell’antisemitismo totalitario.
Perché solo la sconfitta dell’inferno terrorista può aprire la strada ad accordi di distensione, comprensione, rieducazione civile democratica, pacificazione, e a un futuro di riconciliazione.
Bellissimo articolo che inquadra perfettamente la situazione .
Più che un articolo è un saggio, indubbiamente bello e scritto col cuore.