Se lo dice lui, l’imam di Francia, c’è da credergli. Intervistato oggi dal “Tempo”, Hassen Chalghoumi – il presidente della conferenza degli imam di Francia – mette sull’avviso l’Italia rilanciando l’allarme di un disegno per islamizzare il nostro Paese. Dietro questo progetto che solo quei prodigiosi progressisti che stanno oggi all’opposizione in Italia, a cominciare dal duo Fratoianni-Bonelli – non riescono proprio a vedere c’è il gruppo dei Fratelli musulmani, una sigla ancora potente e soprattutto danarosa che nemmeno la sagace mano dura del presidente egiziano Al Sisi è riuscita del tutto a polverizzare.

Da leggere, le parole di Chalghoumi. Ma chi è questo coraggioso predicatore al vertice della conferenza che raggruppa una variegata gamma di imam nella nazione europea più islamizzata d’Europa assieme al Belgio?

Per i suoi detrattori è “l’imam degli ebrei”. Un titolo di cui Hassen Chalghoumi, il presidente della conferenza degli imam di Francia, va fiero. È il prezzo del suo parlare chiaro, del suo denunciare senza sconti il forte antisemitismo di alcuni ambienti dell’Islam transalpino. Coerenza e coraggio che hanno come conseguenza una vita sotto scorta per via delle numerose minacce ricevute. Oggi, come in passato l’imam di Drancy non si sottrae. “Alla Comunità ebraica francese, vittima in questi giorni di ripetuti attacchi antisemiti, manifestazioni di odio e cortei orribili in cui si è gridato ‘morte agli ebrei’, rivolgo e confermo tutto il mio sostegno”, afferma Chalghoumi, parlando con Pagine Ebraiche di venerdì, il giorno più sacro della settimana nell’Islam. “La minaccia antisemita, già all’origine in questi anni di episodi terrificanti in Francia, proviene oggi in particolare da tre fronti. Il primo è l’islamismo radicale alimentato da organizzazioni come i Fratelli Musulmani, artefici di una strategia dell’odio basata sulla strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese per fini politici”, denuncia l’imam. “Un altro fronte”, prosegue, “è quello costituito dal nazionalismo arabo risorgente: lo vediamo esprimersi con sempre più irruenza, veicolato anche a livello informativo da media come Al Jazeera”. E poi, prosegue l’imam, “c’è l’estrema sinistra”. Chalghoumi si dichiara “atterrito” per “quello che ho visto fare e dire in alcune manifestazioni anti-israeliane dove questi tre mondi si sono incontrati e saldati; in Francia, in Belgio, in Inghilterra…“. Si è incitato in quelle piazze “a Hamas, un gruppo terroristico spregevole che vuole la distruzione di Israele e tiene in ostaggio non soltanto dei civili israeliani, ma gli stessi palestinesi”.
In questo clima, Chalgoumi è facile profeta: sabato una donna ebrea di Lione è stata accoltellata sulla porta di casa mentre la stessa porta è stata sfregiata con una svastica: la polizia francese non ha tuttavia voluto parlare di atto antisemita.
Dovere dei musulmani d’Europa, riprende l’imam, “è quello di impegnarsi per una cultura di convivenza e pace: l’ho ribadito anche nella preghiera di questo venerdì, rivolgendomi ai fedeli”. Non tutti l’hanno ascoltato. “C’è purtroppo, tra tanti nostri giovani, un problema di ignoranza. Sanno poco o niente di quel che davvero succede e le informazioni le raccolgono in genere dai social network, dove l’odio antisemita dilaga. È difficile parlare con loro, farsi comprendere”, spiega l’imam. Chalghoumi vorrebbe sentirsi meno solo, ma tra i suoi colleghi “pochi hanno il coraggio di esporsi e molti sono purtroppo portatori di un messaggio radicale: per combatterlo serve tutta la forza della legge con i suoi strumenti repressivi, tutta la forza della Repubblica”. L’imam di Drancy ha un obiettivo: organizzare per il prossimo futuro un corteo congiunto di ebrei e musulmani, “per ribadire un messaggio di unità più che mai indispensabile, davanti a questa ondata di odio terrificante “. Servirà forse “che il conflitto entri in una fase meno drammatica e che alcuni animi si calmino”.

Ed ancora, dopo il pogrom del 7 ottobre, Chalgoumi dichiarò: “Saremo al fianco dei nostri compatrioti ebrei con un corteo per mostrare fraternità e unità tra di noi per combattere il razzismo. Questa marcia è cruciale in questo periodo in cui purtroppo i nostri compatrioti ebrei sono minacciati, attaccati. Dimostra e mostra che noi, insieme, mostriamo la nostra unità e la nostra fraternità, indipendentemente dalla nostra religione o colore politico, per dire forte e chiaro che l’odio e l’antisemitismo non hanno spazio in Francia”. Nel libro in cui dialoga con lo storico Stéphane Encel, Les combats d’un imam de la République (edizioni le cherche midi) uscito nel 2021 e mai tradotto fuori dalla Francia , ha spiegato bene come vede la questione israelo-palestinese. “L’islam politico si identifica sempre attraverso l’importazione del conflitto israelo-palestinese. Ha bisogno di una causa unificante per il mondo arabo-musulmano perché l’umma, la comunità globale dei fedeli musulmani, è un’illusione. Io sono tra coloro che riconoscono l’esistenza di Israele, il suo diritto di esistere in pace”, ha osservato. “Sono francese e non voglio importare il conflitto, ma esportare l’amicizia. Sono stato a Gaza con il sostegno dell’Unesco ma anche dall’altra parte del confine, a Sderot”. Vale la pena ricordare che Chalgoumi vive ormai da quasi 20 anni sotto scorta.

Ora lui che è un uomo di pace saggio e coraggioso, avverte l’Italia: “Attenti, vogliono sottomettervi, moschee e finti centri sulturali islamici sono solo una copertura”. E se lo dice lui, c’è da crederci.

Fonti: Il Tempo, gariwo.net e Moked

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