di Marco Del Monte

Dall’8 ottobre 2023 sono germogliate la nuova storia e la nuova geografia della “Palestina”… in sordina… una parola al giorno e ci siamo trovati una nuova carta geografica e una nuova narrazione che in due anni sono passate dal giorno alla notte.

Su questo humus è nata la verità che i sionisti stanno usurpando le terre dei palestinesi da settantacinque anni! Inoltre, il termine ebreo è stato sostituito dal termine sionista (il detto latino recita mutato nomine de te narratur) e a conti fatti si scopre che nulla è cambiato.

Vedere affissa sulla vetrina dei negozi la scritta non accettiamo i sionisti ricorda e attua semplicemente le leggi razziali del 1938, abrogate dallo Stato Repubblicano, dal che deriva che chi le applica al giorno d’oggi commette un reato.

La motivazione è appunto questa: i sionisti non sono ben accetti perché usurpatori delle terre palestinesi e sterminatori di bambini (circa 30.000 su 60.000 morti); insomma due falsi in uno e nessuno si meraviglia per ignoranza, per pigrizia, ma, soprattutto, per malafede.

Partiamo dalla seconda affermazione per chiederci come mai settecento chilometri di tunnel non abbiano salvato nessuno di questi morti, mentre in Israele, con un rifugio per edificio si è fatto fronte a più di 100.000 missili lanciati in un anno dai sette fronti aperti, missili che continuano a piovere sui civili israeliani, mentre i boschi di Gerusalemme, cresciuti in settantacinque anni dove prima c’era solo desolazione, ancora bruciano.

Ma, ammesso e non concesso che i tunnel non sono stati usati per la difesa della popolazione civile, dare per vero che i bambini sono esattamente la metà del totale non sta né in cielo né in terra. Il perché è semplice, in quanto neppure in una ipotetica popolazione fertilissima si può ammettere che i bambini siano esattamente la metà della popolazione stessa, anche perché nella somma totale sono da comprendere i combattenti.

Per quanto riguarda la prima affermazione, segnalo che a via dei Fori Imperiali a Roma, all’altezza del Colosseo ci sono una serie di carte geografiche in sequenza cronologica, che celebrano l’Impero Romano, dalla fondazione di Roma in poi. Partendo da sinistra si vede Roma come un puntino, che rappresenta la città di Romolo e via via altre cartine che descrivono le conquiste; bene, neanche al fulgore dell’Impero si vede la striscia di Gaza occupata, ma fuori della carta dell’Impero, il che ne testimonia la millenaria autonomia. C’è, invece, il periodo adrianeo dove si vedono chiaramente la Giudea, la Samaria e la Galilea (che Adriano unificò in un’unica regione che chiamò Palestina, ma sempre come fosse una superprovincia). La storia imperiale testimonia, invece, che le tre regioni erano abitate in maggioranza da Ebrei, restati là anche dopo la distruzione di Gerusalemme, operata da Tito nel 70 d. C.

Questi ebrei rimasero lì anche con l’Impero ottomano, mentre Gaza, sempre autonoma, nel 1950 venne invasa dalle famiglie degli operai egiziani che lavoravano al canale di Suez.

Solo tra le due guerre mondiali Gaza venne nominalmente occupata dai Turchi e poi dagli Egiziani, conservando sempre la sua autonomia. Nel 2005, come noto, Israele lasciò completamente libera la striscia, dove Hamas ha potuto operare indisturbata. La propalata usurpazione dei territori è la più tremenda falsità che si potesse immaginare e invece oggi appare come il pilastro di una narrazione foriera di grosse iniquità, soprattutto per i Palestinesi. Malauguratamente si appoggia all’esposizione di cartine (false e che contraddicono quelle dell’Impero) dove si vede tutta la Palestina (Gaza compresa) passare dal tutto nero (cioè tutto Palestina) a tutto grigio (tutto Israele, sic!)

L’altra immensa falsità è quella di considerare Gaza parte della Palestina, come stavo dicendo prima: tutti gli storici, come Erodoto, Tacito, Svetonio, Giuseppe Flavio negano questa eventualità, confermata pure dalle storie in bassorilievo sull’arco di Tito. Per chiudere in bellezza, poi, dovremmo considerare che anche i Vangeli, segnatamente quelli di Matteo e Giovanni, dovrebbero essere dichiarati falsi e perciò confidiamo in una sollecita presa di posizione della Chiesa, che potrebbe sancire, una volta per tutte, la verità

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