di Giuseppe Crimaldi
Le sentenze si rispettano sempre. Ma le sentenze dovrebbero essere, come la legge, uguali per tutti.
(Karim Khan, procuratore della Corte penale internazionale)
E tuttavia l’obbrobrio giuridico emesso da una Corte Penale Internazionale che chiede l’arresto di Netanyahu si può però commentare politicamente. Questo significa – tanto per cominciare – chiedere a quel procuratore Karim Khan il cui accanimento contro lo Stato d’Israele è ben noto perché non abbia finora intentato accuse contro una schiera di delinquenti sanguinari protagonisti, loro sì, di crimini contro l’umanità: il siriano Assad che ha sterminato il suo stesso popolo e i curdi; il teocrate Khamenei, che fa strame di diritti umani condannando a morte dissidenti, donne, giovani che rifiutano di piegarsi al regime; il dittatore ceceno Razmand Kadyrov, il cinese Xi Jinping, il coreano Kim Il-Sung, il capo dei mullah afghani, molti dittatori africani. E l’elenco potrebbe continuare.
Ma da quell’occhio Karim Khan (e tutti i suoi accoliti) proprio non ci vede. Così il suo verdetto sdogana vergognosamente una qualche equivalenza tra i rappresentanti del governo di Israele, democraticamente e legittimamente eletti dal popolo, e Hamas, con i suoi capi-terroristi che hanno imposto elezioni sempre col terrore e col sangue: avete mai sentito parlare di “opposizione” a Gaza? Il tutto sotto gli occhi di quel pachiderma di Abu Mazen.
E allora, signor procuratore Khan, io mi autodenuncio e le chiedo di arrestarmi. Sì: per “apologia di reato”. Perché, stando ai suoi strambi e poco giuridici assiomi, io sono un sostenitore di Israele nel momento in cui rivendica il proprio diritto all’autodifesa. Io sto con Israele, e con quello che sta facendo non solo per sé stesso, ma anche per i palestinesi oppressi dal giogo dei tagliagole di Hamas. Mi autodenuncio per una “apologia di reato” che la sua Corte Internazionale sicuramente qualificherà come fattispecie di reato perseguibile. E le chiedo di iscrivere nella pattuglia dei “reprobi” da trarre ai ceppi anche le centinaia di migliaia di italiani che sostengono Israele senza se e senza ma.
Un ultimo consiglio. Rilegga le pagine di Socrate (ammesso che lo abbia mai fatto) e ciò che pronunciò nel processo che gli venne intentato, prima di bere la cicuta: “Giunto che fu il carceriere incaricato della somministrazione della cicuta, Socrate gli si rivolse a lui chiedendogli che cosa si deve fare e se si può innalzare il calice del veleno a un qualche dio”.
Giustissimo ! È una vergogna per i tutto il mondo occidentale ed è anche un ostacolo alla fine delle ostilità e rientro degli ostaggi , visto che Hamas si sente così spalleggiato
Leggeremo bene le carte ma da subito risulta evidente che l’equiparazione vittima e carnefice proprio non regge e allora se fosse che l’obbiettivo reale è isolare israele e rendere innoqua e delegittimata la corte per futuri scenari delle pericolose autocrazie che conosciamo ?
Un bellissimo articolo “con la schiena diritta “ e insieme un grido di dolore per una grande cultura e una forte etica (Socrate insegna) sopraffatta dall’ignoranza faziosa. Berremo anche noi la cicuta?
bravissimo come sempre Caro Giuseppe ma stavolta ancora più coraggioso e determinato!