di Giuseppe Crimaldi

Sgomberiamo subito il campo dagli equivoci: il piano di pace voluto dagli Stati Uniti è un importante passo avanti verso la pace. Assorbita la sbornia dell’entusiasmo, però, è legittimo interrogarsi su alcuni punti. Perché per fare la pace, quella vera, si deve essere almeno in due.

Invece – stando a un copione levantino ormai collaudato – dopo aver sottoscritto l’accordo di Sharm Hamas ha già iniziato a tirarsi indietro su alcune condizioni fondamentali. Qui va fatta una premessa: di fronte al disastro umanitario scatenato dal gruppo dei terroristi responsabili del 7 ottobre (capace di colpire la popolazione israeliana ma soprattutto quella palestinese per come sono andate le cose) Hamas non è nella posizione di porre condizioni. Non lo è semplicemente perché ha perso la guerra. Quando, nel 1945, avvenne la capitolazione di Germania e Giappone le forze alleate (i vincitori) imposero a ciò che rimaneva del Terzo Reich e all’Imperatore del Sol Levante la resa incondizionata: cioè la resa totale di un paese che si sottomette completamente al vincitore senza avanzare alcuna condizione, pretesa o riserva. I paesi sconfitti nella Seconda Guerra Mondiale accettavano tutte le imposizioni del vincitore. E tra queste la cessazione dei combattimenti, la consegna di armi e il controllo dei propri territori.

Sembra già chiaro – alla vigilia della liberazione degli ostaggi israeliani (o di ciò che di essi rimane) – che i tagliagole di Gaza non accetteranno il piano Trump, pur avendolo sottoscritto. E una firma è un atto d’onore, parola estranea al vocabolario dei terroristi islamici. Gli arabi sono campioni nel doppiogiochismo, e chi sostiene che di loro non puoi fidarti nemmeno quando ti offrono un tè forse ha ragione. Secondo l’emittente britannica BBC, il gruppo palestinese ha in queste ore nominato cinque nuovi “governatori” con esperienza militare per supervisionare le operazioni di rientro: “Le nostre armi sono legittime, esistono per resistere all’occupazione”, dicono. Un funzionario di Hamas all’estero ha rifiutato di commentare direttamente le notizie sul dispiegamento di forze di sicurezza, ma ha chiarito che il gruppo intende rigettare ogni ipotesi di disarmo, anche se si tratta di una clausola contenuta nell‘accordo raggiunto con Israele. “Non possiamo lasciare Gaza in balia di ladri e milizie sostenute dall’occupazione israeliana. Le nostre armi sono legittime, esistono per resistere all’occupante. Rimarranno tali finché l’occupazione continuerà”, ha dichiarato il funzionario. Ancora più diretta un’altra fonte: il disarmo di Hamas è “fuori discussione e non è negoziabile”.

Di fronte a questa perdurante follia, che valore assume allora l’accordo di pace se non quello di una carta già stracciata? Felice di essere smentito, ma temo che la cosiddetta “seconda fase” del piano Trump ( che è arrivato, ammettiamolo, dove nemmeno Biden era riuscito) parte male. Eppure c’è l’avallo di Turchia e Paesi del Golfo moderati, che ha fatto venire l’ittero agli orridi clerici col turbante di Teheran.

Ma le forze del male si sono messe a lavorare un minuto dopo le firme messe in calce a quell’accordo. Benyamin Netanyahu sa che il mancato disarmo totale di Hamas potrebbe offrirgli l’occasione di riprendere l’offensiva come vuole la destra estrema sua alleata. «Israele – ha ammonito ieri in un video – vigilerà sull’attuazione delle prossime fasi del piano di pace, quando Hamas sarà disarmato e Gaza smilitarizzata. Teniamo Hamas sotto controllo da ogni lato, in preparazione delle prossime fasi del piano». Se l’obiettivo del disarmo «verrà raggiunto nel modo più semplice, così sia. Altrimenti, sarà raggiunto nel modo più difficile», ha minacciato.

Concludendo: di Hamas non ci si può e non ci si deve fidare. Sarebbe come avere di fronte l’acquirente della casa che gli avete appena venduto e, una volta firmato l’atto davanti al notaio vi comunica che però dal prezzo pattuito taglierà metà dell’importo.

One thought on “Mai fidarsi di Hamas

  1. gli israeliani dovevano immediatamente scatenare l’inferno a Gaza, non portare avanti una guerra per due anni, permettendo ad Hamas di inventarsi una carestia ed un “genocidio”! l’Europa è succube dell’islam e la propaganda propal ha avuto facile gioco..

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