di Giuseppe Crimaldi

Contrordine: dimentichiamoci la Francia dei “lumi”, dimentichiamoci Voltaire, Rousseau e pure Montesquieu. Addio “Esprit des lois”, addio Albert Camus, Marguerite Yourcenar, Simone Weil. Finito. Chiuso. La “dolce Francia” capace di sfornare intellettuali, filosofi, pensatori, analisti e soprattutto politici d’alto bordo si liquefa sotto le braci accese da un presidente che ha ormai perso non solo il consenso, ma soprattutto la bussola del buonsenso. Emmanuel Macron.

Riconoscere, come ha annunciato monsieur le President, un fantomatico, inesistente e al momento impensabile Stato di Palestina non aiuterà certo ad arrivare alla pace. Non servirà a liberare i poveri ostaggi ancora nelle mani dei tagliagole jihadisti, ma soprattutto non libererà il popolo palestinese dal giogo di Hamas. E allora bye bye, Francia. Dove sono finiti i princìpi liberali, la difesa della cultura occidentale, lo Stato di diritto se poi si capitola in maniera vergognosa abbracciando un buonismo che non porta a nulla?

“Libertà, uguaglianza, fraternità” sono i valori fondamentali che definiscono la società francese e la vita democratica in generale. Dimentichiamoci anche quelli, da oggi. Dov’è la libertà a Gaza se si continua a tenere la popolazione civile sotto il giogo di una spietata organizzazione terroristica? Quale uguaglianza potrà mai concedere il riconoscimenti francese ad uno Stato che non c’è? Ma, soprattutto, quale fratellanza (verrebbe da dire, se non quella dei Fratelli musulmani, absit iniuria verbis) potremmo lontanamente immaginare per una popolazione incapace di ribellarsi all’integralismo musulmano?

Per questo appaiono al limite dello sconcio certe dichiarazioni che impunemente gli uomini del cerchio magico dell’Eliseo stanno rilasciando in queste ore. Una per tutte, quella di Ofer Bronchtein, storico consigliere speciale di Macron per gli affari israelo-palestinesi. In un’intervista radiofonica in lingua ebraica all’emittente pubblica israeliana Kan, ripresa dal Times of Israel, ha attribuito l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 “forse” alla mancanza di uno Stato palestinese. “Tutti parlano da 40 anni della soluzione dei due stati – ha detto – Mi fa arrabbiare che la gente dica che incoraggiamo il terrore”. E aggiunge: “Forse perché non esisteva uno Stato palestinese, il 7 ottobre è successo”. “Se ci fosse stata la sovranità palestinese a Gaza il 7 ottobre non ci sarebbe stato. La sovranità è responsabilità”, ha aggiunto. Senza nemmeno arrossire un po’.

E allora bisogna andare a guardare dove forse meno te lo saresti aspettato, per ritrovare un briciolo di buon senso. Indovinate dove? ”Riconoscere oggi uno Stato palestinese significa riconoscere uno Stato Hamas e quindi uno Stato terrorista – sono parole della numero uno del Rassemblement national, Marine Le Pen, in reazione all’annuncio del presidente Emmanuel Macron.

(Emmanuel Macron e Marine Le Pen)

”Non c’è, in questo gesto, nessuna fedeltà alla storia di Francia, tutto il contrario, e ancora meno una garanzia di pace per Israele”, continua Le Pen, aggiungendo: ”Se la speranza ci ha sempre condotti verso una soluzione a due Stati, questa decisione legittima i massacratori del 7 ottobre e il loro corteo di sofferenze mentre ostaggi sono ancora detenuti. Rappresenta un errore politico e morale, incluso rispetto ai palestinesi che subiscono il giogo di Hamas”. E questo incoraggia a pensare che in Francia non tutto sia perduto.

Ultima, amara considerazione. Macron è alla canna del gas. Dopo quasi dieci anni di presidenza – due mandati all’Eliseo – il giovane politico nel quale in tantissimi avevano creduto e sperato, non è riuscito a portare a casa una sola riforma condivisa dai francesi. Non una. Nonostante il sistema costituzionale d’Oltralpe conceda ad un presidente della Repubblica i poteri più ampi e sconfinati, tant’è che l’assemblea parlamentare si riduce ad una specie di riunione condominiale e nulla più. Eppure Emmanuel Macron non troverà posto nei libri di storia se non per il nulla, lo zero assoluto, il vuoto pneumatico nel quale ha galleggiato per ben dieci anni. E non lo assolverà certo quest’ultima, incredibile decisione di riconoscere uno Stato che non c’è, e mai potrà esserci fintanto che a Gaza comanderanno i tagliagole.

2 thoughts on “Macron alla canna del gas: dov’è finita la Francia?

  1. Verissimo , una nullità che cerca di tenere buono il mondo islamico , dopo che in Francia hanno perso la battaglia dell’integrazione .

  2. Il Presidente Emmanuel Macron è ormai a fine mandato e sta guardando i risultati di 10 anni di governo. Una nazione in ginocchio economicamente, politicamente è in guerra con mezza Europa (Italia e paesi est Europa), ha fallito l’integrazione e dovuta scappare dall’Africa, riforme nazionali fallimentari.-
    Non gli restavano le carte dell’Ucraina, ove vuole mandare i soldati a combattere e il conflitto Israele/Palestinese, cedendo alle pressioni dei milioni di musulmani francesi che non si sono integrati e che non si sentono francesi.-

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