E’ di queste ore la notizia che l’Iran ha condannato a morte Donald Trump. Notizia confermata dai principali media mediorientali.

L’establishment religioso iraniano dichiara la Jihad contro il presidente Trump per le minacce a Khamenei, chiedendone l’assassinio: “La sua punizione è la morte”; “Il suo sangue è lecito”; “Questo è un atto che garantisce un’enorme ricompensa” che “assicura il paradiso”; “Ogni cellula della resistenza in Occidente è incaricata di eseguire questa condanna”; oltre 42 milioni di dollari “sono stati raccolti online per aver eseguito questo assassinio”.

L’ayatollah Mohsen Araki (nella foto), membro del comitato presidenziale dell’Assemblea degli Esperti iraniana, ha dichiarato in un’intervista del 2 luglio 2025 all’agenzia di stampa Tasnim che, nel contesto delle fatwa contro il presidente Trump emesse dai grandi ayatollah iraniani la scorsa settimana, le proprietà e la vita di Trump, e quelle di tutti i suoi sostenitori, sono obiettivi ammissibili per i musulmani. Ha aggiunto che è obbligatorio agire immediatamente contro gli interessi politici, economici, mediatici e militari di tutti coloro che minacciano la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, fino a quando non si pentiranno di averlo fatto.
Araki ha aggiunto che l’assassinio di Trump, del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dei soldati statunitensi e israeliani sarà ampiamente ricompensato, e qualsiasi musulmano al mondo che arrechi loro danno difenderà i fondamenti dell’Islam e avrà diritto a entrare in Paradiso. Questo, ha aggiunto, perché la guerra di Trump e Netanyahu non è solo contro gli iraniani, ma anche contro il Corano, l’Islam e Allah stesso.