di Francesco Lucrezi
Lettera aperta a chi parla di un genocidio che non c’è
Delle due l’una. Per provocare tante morti, tanta sofferenza, tanta distruzione per ottenere un obiettivo così facile, occorre essere una delle due cose: o di una stupidità, inettitudine, idiozia assoluta, oppure di una altrettanto assoluta crudeltà, ferocia, spietatezza. Come si dice, tertium non datur. Un oceano di morte, sangue, dolore, praticamente per nulla.
Si può forse pensare che le due cose si sommino, o si intreccino? Ossia che gli artefici di tanta carneficina siano insieme stupidi e crudeli? Pare piuttosto difficile. Se, infatti, sono stupidi, il loro livello di infermità mentale deve essere considerato tale da escludere, o rendere assai inverosimile una intenzionalità nel raggiungimento degli spaventosi risultati. Si tratterebbe di gente del tutto incapace di intendere e volere, da curare, da internare in un manicomio criminale, o, per sicurezza, da togliere di mezzo, ma solo a tutela della pubblica incolumità, non come punizione. Non si puliscono i cerebrolesi. Se, invece, sono crudeli, e lo fanno apposta, allora altro che stupidi. Sono dei geni del male, da fare invidia a Satana in persona. Altro che stupidi.
Solo degli idioti integrali, o dei sadici diabolici, avrebbero potuto fare quello che hanno fatto, e che stanno facendo, con la scusa di perseguire un obiettivo da bambini. Sarebbe stato così facile fare altrimenti. Chiunque, chiunque ci sarebbe riuscito, senza far male a una mosca. Ci sarebbe stato bisogno, è vero, di qualcosa, ma poca roba. Precisamente: quattro pullman da 65 posti ciascuno, con altrettanti autisti, e un’auto dei carabinieri, con due militari, compreso l’autista, e un ufficiale giudiziario.
Cosa avrebbero dovuto fare?
È ovvio e banale.
Il piccolo convoglio dei quattro pullman e della polizia municipale, una volta valicato il confine al di à del quale c’erano le persone accusate delle gravi azioni a loro attribuite avrebbe dovuto, innanzitutto, recarsi presso i domicili dei presunti responsabili, e notificare loro un mandato di comparizione davanti all’autorità giudiziaria competente, per poter rispondere delle accuse. Il territorio, com’à noto, è molto piccolo, e poi si conoscono tutti, trovare gli indirizzi è sarebbe stato facilissimo, con il navigatore, Google-maps, le Pagine bianche ecc. Nel caso il destinatario non avesse potuto o voluto ricevere il mandato, com’è noto, lo si sarebbe potuto consegnare al portiere, o a un familiare convivente o anche a un vicino di casa. Sono regole che valgono, più o meno, in tutto il mando. La fase numero uno dell’operazione si
sarebbe conclusa. Tempo necessario? Un’oretta, magari due. Nessuno ama farsi processare in contumacia, i destinatari dei mandati si sarebbero poi certamente presentati.
E si sarebbe poi potuti passare alla fase numero due, forse ancora più facile.
Sempre con l’aiuto del navigatore, di Google-maps eccetera, il convoglio si sarebbe recato nel resort dove erano trattenute (a quanto si dice, illegalmente) tutte quelle persone (pare che fossero 152). Una volta giunti sul posto, il carabiniere, chiesto e ottenuto il permesso di entrare nell’edificio, avrebbe dovuto chiedere a quelle persone se volevano restare là o se preferivano invece tornare a casa. Quelli che avessero detto di volere tornare a casa, sarebbero stati invitati, in buon ordine, a salire sui pullman. (Abbiamo calcolato il numero di quattro nell’ipotesi, alquanto improbabile, che tutti avessero voluto andare via). Una volta saliti tutti, i quattro pullman e l’auto si sarebbero messi tranquillamente in marcia per tornare a casa.
Il tutto sarebbe durato poche ore, senza torcere un capello a nessuno.
Sarebbe stato così facile.