di Sergio Della Pergola

Lebanon and Israel flag together realtions textile cloth fabric texture

La bellissima lettera con cui il professor Sergio Della Pergola risponde a un suo conoscente, un accademico libanese

Caro J.,
Rispondo volentieri alla tua lettera. Sono anch’io contrario all’uccisione di chiunque, sia ebreo o musulmano o altro.

  1. Il mio cinico commento su “troppo pochi ebrei uccisi” si riferiva ovviamente al tuo implicito riferimento alla mancanza di proporzionalità nel numero di vittime delle due parti. La pretesa di proporzionalità è ipocrita e irrealistica, come ci insegna chiaramente qualsiasi conflitto mondiale. Coloro che hanno attaccato il 7 ottobre sapevano bene, si aspettavano, e hanno esplicitamente accolto con favore la rappresaglia israeliana non proporzionale. Lo hanno fatto per la loro criminale e morbosa speranza di una reazione anti-israeliana dell’opinione pubblica, che in effetto c’è stata, ma anche per la loro totale mancanza di rispetto per la vita umana, un tratto tipico della loro sanguinaria ideologia fondamentalista. Hamas e Hezbollah combattono non per lo Stato Palestinese ma per il Califfato Islamico – dal Mare Mediterraneo all’India.
  2. Mi rammarico dell’abuso acritico di dati sul numero dei morti a Gaza, non verificati e gonfiati artificialmente. Insisto sulla scarsa credibilità e mancanza di attendibilità dei dati diffusi da Hamas. Non vedo alcun tentativo di valutare la progressione quotidiana del numero di vittime, né il rapporto numerico tra i sessi, né il rapporto tra il numero dei bambini e delle donne. Qualunque giovane uomo armato al di sotto dei 18 anni viene catalogato come “bambino”. Tutte queste falle clamorose sono state messe in discussione dagli esperti. Sarebbe ragionevole mettere almeno una nota a margine con una valutazione critica dei dati. Quindi, segnalare numeri fantastici di centinaia di migliaia di persone uccise, come ciene fatto regolarmente in questi giorni, è semplicemente irresponsabile. Ma so bene quale sarà l’effetto. Di fronte a “un intervallo tra 40.000 e 300.000” morti, come è stato pubblicato da fonti anche “autorevoli”, i buoni lettori riferiranno l’intervallo e poi calcoleranno una media approssimativa di “170.000”. Questa falsa e grottesca fabbricazione sarà ricordata per generazioni in molti libri di testo.
  3. Moltissime delle perdite civili a Gaza sarebbero state evitate certamente se l’attacco disumano e irresponsabile di ottobre non avesse avuto luogo. Tu non mi sembri eccessivamente turbato dalla crudeltà senza precedenti di quell’assalto barbaro a una popolazione di civili israeliani, che vedi caso, era composta in prevalenza da attivisti pacifisti. Le conseguenze della rappresaglia israeliana sarebbero state praticamente nulle se Hamas avesse permesso alla popolazione civile di trovare rifugio nel sicuro riparo dei 600 km di camminamenti, viali e saloni sotterranei. Ma l’accesso a questi è consentito solo agli uomini armati di Hamas e ai suoi prigionieri. Tutto il sangue versato ricade sulle teste di Hamas.
  4. Quando il cadavere di una giovane donna recuperata nei sotterranei di Gaza pesa 36 kg., e un uomo alto 1 metro e 80 ne pesa 50, e entrambi hanno ricevuto una pallottola nella nuca, la simbiosi con Auschwitz è non solamente legittima. È doverosa.
  5. La mia opinione è ovviamente che Israele non può essere esentato dalle regole universali di buon comportamento, anche sul terreno crudele della guerra. Ma lo stesso vale per l’Egitto. Ma tu e il discorso prevalente, nel discettare di Gaza “prigione a cielo aperto”, prendete in considerazione solo i due lati del confine con Israele, mai il lato del confine con l’Egitto. Perché gli egiziani sono così ostili ai gazawi? L’Egitto, allo stesso tempo fa un oscuro doppio gioco consentendo centinaia di passaggi sotterranei attraverso i quali armi, munizioni, missili, razzi e camioncini Toyota hanno potuto entrare a Gaza? Allora che tipo di blocco era? Non temi il ridicolo? Sto parlando all’accademico, non all’uomo della strada.
  6. Sono ben lontano dal pensare che presentare qualcosa che non sia totalmente pro-Israele sia inaccettabile. Sono un feroce critico del governo Netanyahu. Quando si tratta di critica, credimi, lo saprei fare molto meglio di te. Non attribuirmi difetti che non ho. Altrimenti, presumerò che poiché tu vivi in America e Trump si candida alla Casa Bianca, tu sia uno dei suoi più convinti sostenitori.
  7. Il fatto che Israele abbia un governo indecente mi provoca ripugnanza e non vedo l’ora di andare alle elezioni per poter votare contro. Ma francamente, tu stesso hai vissuto sotto un’amministrazione Trump, e sospetto che presto ci sarai di nuovo. Non ti biasimo per questo, quindi non puoi biasimarmi per le umiliazioni della folle coalizione di Netanyahu. Ricorda solo il tentato colpo d stato a Washington il 6 gennaio 2021. E rimani in guarda di fronte al prossimo episodio nella stessa serie dopo il 5 novembre prossimo.
  8. Il Prof. Omer Bartov, che tu citi, è un rinnegato e un opportunista. Allo stesso modo altri israeliani, come Ilan Pappé o l’ex-borsista del mio stesso istituto, Ran Segal. Questi mediocri “studiosi” hanno mangiato nel piatto in Israele e poi ci hanno sputato dentro e sono riusciti a costruire carriere all’estero come “esuli”, cosa che non sarebbero riusciti a fare in Israele (che ha una capacità più limitata di offrire lavoro agli accademici, e cerca di scegliere i migliori). Questi personaggi, scrivendo quello che scrivono, ottengono facili applausi da persone che sono profondamente antisemite nelle loro anime. E per questo percepiscono lauti stipendi.
  9. Il mio piano per i milioni di arabi palestinesi è di avere stati sovrani separati per persone e zone geografiche diverse. Oggi è impossibile e impensabile che Gaza si riunisca alla Cisgiordania. Quindi sostengo la sovranità per Gaza e la sovranità per la Cisgiordania. E la sovranità e la sicurezza per Israele.
  10. E ora su una nota più personale: tu sai un paio di cose sul Libano, paese in cui hai vissuto a lungo e che hai lasciato per vivere negli Stati Uniti. Non dirmi che trovi legittimi gli impostori di Hezbollah che hanno rovinato il Libano. Non dirmi che sei d’accordo sul piano accurato e dettagliato di Hezbollah di occupazione del nord di Israele, che ora scopriamo con orrore, trovando gli scavi delle trincee (fra l’altro sotto gli occhi dell’Unifil), i depositi enormi di armi e munizioni, i veicoli col pieno di benzina, il cibo nei frigoriferi, e soprattutto le istruzioni pronte per l’uso negli scavi sotterranei del Libano meridionale. La mozione ONU del 1701 non è mai stata attuata. È questo che ti aspettavi o speravi?
  11. Nei tuoi scritti non riesci a staccarti completamente dalla patologia di un Medio Oriente dominato dai piani genocidi dell’Iran, con l’aiuto di milizie terroristiche ovunque. Qiuello che trovo gravemente mancante è un sia pure minimo accenno di condanna contro il piano genocida dei fondamentalisti e di empatia per le vittime del 7 ottobre.
  12. E infine, durante i miei 58 anni in Israele ho assistito al crollo della sinistra politica israeliana e del centro-sinistra, che era disponibile alla negoziazione e agli accordi di pace, e all’ascesa dell’estrema destra nazionalista e messianica. Perché è successo tutto questo? Grazie agli incessanti attacchi terroristici di Hamas, Hezbollah e simili. Questi movimenti si sono onestamente guadagnati la radicalizzazione della politica israeliana, con danno per tutti. Il sostegno esterno al terrorismo, o la mancanza di empatia verso le sue conseguenze da parte delle persone più istruite, come te e tanti altri fiancheggiatori, contribuiscono a loro volta alla disillusione di molti israeliani verso l’alternativa della pace. Grazie, dunque.
    Tuo come sempre,
    Sergio
  13. (Fonte Cdec – Osservatorio sull’Antisemitismo)

One thought on “Risposta a un amico libanese

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna all'inizio