Il gruppo libanese Hezbollah ha bombardato le posizioni dell’Idf sin dal primo giorno della guerra di Israele contro Hamas: i suoi leader minacciano Tel Aviv con l’apertura di un secondo fronte. Tra gli obiettivi principali del gruppo Hezbollah, creato più di 40 anni fa, c’è l’instaurazione di un regime islamico in Libano e la distruzione dello Stato di Israele.

Oggi Hezbollah (in arabo, “partito di Allah”) è definito uno “Stato nello Stato” e i suoi combattenti controllano una parte significativa delle aree sciite nel sud e nell’est del Libano.

Sino a poco tempo fa, l’ala politica del movimento e i suoi partner della coalizione avevano la maggioranza assoluta nel parlamento libanese. “Si tratta di un avversario formidabile – dice a Euronews Nicholas Blanford, esperto del think tank Atlantic Council – se scoppiasse una guerra su vasta scala tra Hezbollah e Israele, ciò che accadrà a Gaza sembrerebbe una passeggiata nel parco. L’organizzazione sostenuta dall’Iran si è preparata alla possibilità di una guerra su vasta scala con Israele negli ultimi 17 anni”.

Tuttavia, secondo Blanford, se scoppiasse la guerra, “il Libano sarebbe raso al suolo”, poiché Israele ha molta più potenza di fuoco. Allo stesso tempo, secondo l’esperto, Israele riceverà un contraccolpo che non si vede dal 1948. Secondo gli esperti, il numero delle formazioni militari di Hezbollah potrebbe variare dai 20 ai 30mila militanti.

Il gruppo ha un arsenale di 150mila missili, carri armati e artiglieria missilistica: le armi a lungo raggio sono considerate i complessi iraniani Zelzal-2 e Fateh-110. Questi sistemi utilizzano missili pesanti di grosso calibro, in grado di attaccare obiettivi a una distanza di 200-300 chilometri.

“Ciò significa che, in caso di attacco, le infrastrutture israeliane verrebbero gravemente danneggiate o distrutte, compresi aeroporti, centrali elettriche e installazioni militari in tutto il Paese – afferma Nicholas Blanford – consentendo al conflitto sul confine settentrionale di degenerare in una guerra su vasta scala”.

Israele è stato il principale nemico di Hezbollah sin dall’occupazione del Libano meridionale da parte dell’Esercito israeliano nel 1978, ricorda Kali Robinson, un esperto del Council on Foreign Relations.

Hezbollah è responsabile degli attacchi contro gli israeliani all’estero, tra cui l’autobomba del 1994 in un centro della comunità ebraica in Argentina, che uccise 85 persone, e l’attacco all’ambasciata israeliana a Londra.

(EPA/WAEL HAMZEH)

nche dopo il ritiro di Israele dal Libano meridionale nel 2000, il conflitto con Hezbollah è continuato, soprattutto nella contesa regione di confine di Shebaa Farms.

“Problemi” di vecchia data
Gli scontri periodici tra Hezbollah e le Forze israeliane si sono intensificati in una guerra durata mesi nel 2006, durante la quale i combattenti del gruppo hanno lanciato migliaia di razzi sul territorio israeliano”, scrive Robinson.

L’Unione europea ha classificato Hezbollah come organizzazione terroristica nel 2013: tre anni dopo, la Lega araba ha seguito l’esempio dell’Ue.

Nel caso di un nuovo conflitto su larga scala tra Israele e Hezbollah, il movimento libanese riceverà un duro colpo, indipendentemente dall’esito della guerra, afferma Nicholas Blanford: “Non vi è alcuna garanzia che Hezbollah sarà in grado di riarmarsi e riprendersi con la stessa rapidità ed efficacia di dopo la guerra del 2006. Inoltre, la resa dei conti all’interno del Paese sarà molto grande: Hezbollah non è più così popolare in Libano come lo era una volta, soprattutto tra le comunità non sciite. Se fosse chiaro che Hezbollah sta trascinando il Libano – che attualmente sta affrontando una grave crisi economica – in una guerra devastante con Israele, pochi libanesi lo ringrazierebbero”.

(Fonte: Euronews)

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