Hamas, peggio dei nazisti

di Antonio Cardellicchio*

Il volto e l’azione dell’Islam jihadista terrorista, con la sua furia apocalittica, la sua strategia di morte e annientamento per gli Ebrei.
Assalto all’Occidente, odio illimitato per la libertà umana, ordine criminale di schiavitù per i popoli soggetti.

Di aberrazione in aberrazione, il diluvio di antisemitismo violento ha prodotto il suo frutto velenoso.
È un orrore anti-giuridico la richiesta del procuratore della Corte Penale Internazionale dell’Aia di un mandato di arresto per il primo ministro e per il ministro della Difesa di Israele, equiparati ai mostri genocidi dei capi di Hamas. Ribalta il diritto internazionale, distrugge l’indipendenza della Corte, pone l’odio politico al posto della giustizia.
Come se una banda criminale pretendesse la legalizzazione di una sua richiesta di arresto dei responsabili della polizia antimafia, questo mi passa per la mente nel tentativo di comprendere tale livello di inciviltà e infamia. Ma non è così, perché i crimini di mafia sono comportamenti da gentiluomini a confronto con l’agire di Hamas.


Il terrore islamico non si fa certo scrupoli nel dichiarare ed esporre la sua continuità hitleriana, nel momento stesso in cui la supera in orrore feroce.
Gli agitati manifestanti delle piazze e delle occupazioni semi-militari delle università cercano di nascondere tale abissale vergogna, ma resta l’evidenza della loro comunanza con l’agire e i simboli dell’hitlerismo antiebraico e antioccidentale.

Sui legami e l’alleanza organica del terrore islamico con il nazionalsocialismo tedesco esiste una significativa e documentata letteratura. Per esempio:
Matthias Küntzel, “Il Jihad e l’odio contro gli ebrei. L’islamismo, il nazismo e le radici dell’11 settembre” (a cura di Niram Ferretti e Angelita La Spada, con prefazione di Jeffrey Herf), Belforte 2019; Jeffrey Herf, “Propaganda nazista per il mondo arabo”, prefazione di Sergio Romano, Edizioni dell’Altana 2010; Georges Bensoussan, “Gli ebrei del mondo arabo. L’argomento proibito”, Giuntina 2018; Bernard Lewis, “Semiti e anti-semiti”, Rizzoli 2003; Bernard Lewis, “Gli ebrei nel mondo islamico”, Sansoni 2003; David Motadel, “Islam and Nazi Germany’s war”, Harvard University Press 2014; Lukasz Hirszowicz, “The Third Reich and The Arab East”, Routledge & Kegan Paul 1966); George Mosse, “Le origini culturali del Terzo Reich”, il Saggiatore 2003 (Ediz. 1968).
Anche diversi capitoli e paragrafi di Carlo Panella, “Il libro nero di Hamas. L’antisemitismo islamico e il miraggio dei due Stati”, Lindau 2024 (per altri aspetti discutibile ed errato).

Jeffrey Herf, nella prefazione al testo di Küntzel, scrive:

“Questo torrente di odio per gli ebrei è proseguito, è diventato ovvio a chiunque abbia familiarità con l’antisemitismo radicale del regime nazista che nessuna delle dichiarazioni di al-Qaeda o di Hamas, o dei loro predecessori incarnati dai Fratelli Musulmani o le varianti offerte da Mahmud Ahmadinejad e dal governo iraniano, sono contributi originali alla storia dell’odio. Echi inequivocabili delle violente e paranoiche teorie cospirazioniste sulla natura malvagia, e sul vasto potere distruttivo degli ebrei, si sono resi evidenti nei tratti ideologici e nelle pratiche politiche dell’Islam radicale dalla sua cristallizzazione in Egitto durante e dopo la Seconda guerra mondiale.”

L’efficace sintesi di Küntzel mostra e dimostra le ragioni per cui l’Islam terrorista, dopo la capitolazione della Germania nazista, sia diventata la fondamentale forza politico-ideologica nel mondo con lo scopo costitutivo e la ragione assoluta della propria esistenza nell’odio mortale, fino alla distruzione, per gli ebrei.
Mentre il nazionalsocialismo hitleriano, annientato e maledetto, ebbe un seguito minoritario e clandestino, il suo orrore antiebraico venne raccolto e potenziato dalle diverse espressioni dell’Islam jihadista terrorista.

L’analisi di Küntzel ci squaderna una realtà semi-occultata : “la diffusione transnazionale e l’impatto del nazismo e del fascismo nel mondo arabo e islamico” con il superamento di una visione eurocentrica della realtà nazista.

*(fine prima parte – continua)

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