Ora Israele deve polverizzare Hamas da Gaza

di Mario Carboni*

L’operazione militare che ha liberato i quattro civili israeliani rapiti e prigionieri come ostaggi a Gaza ha aperto gli occhi al mondo, che se ne era dimenticato, su uno dei crimini contro l’umanità perpetrati da Hamas, secondo una prassi seguita dai fondamentalisti islamici e secondo le norme coraniche della loro guerra santa, il ijhad.
L’aver pianificato l’azione militare del 7 ottobre con lo scopo di sterminare ebrei e non ebrei ed effettuare un sequestro di persona di massa, con l’intervento al seguito dei militari combattenti di Hamas, di migliaia di civili provenienti da Gaza, che erano incaricati di completare la strage con violenze, stupri e oltraggi di cadaveri, ma soprattutto di rapire e poi custodire nei tunnel ma soprattutto nelle loro case gli ostaggi superstiti alle immediate e successive ulteriori violenze, stupri ed omicidi, chiarisce il legame organico esistente fra leadership politica, esercito di Hamas e popolazione civile.


La popolazione civile di Gaza è stata formata, ideologizzata, addestrata e motivata, con vent’anni di costruzione dello Stato reale islamico di Gaza da parte prevalentemente di Hamas, affinché ne formasse l’acqua nella quale avrebbe dovuto navigare il nucleo militare di una nuova o meglio innovata maniera di combattere una guerriglia contro il miglior esercito del mondo, attratto inesorabilmente dopo il 7 ottobre nella striscia di Gaza trasformata con un gigantesco lavorio in una fortezza sotterranea e in un enorme lanciarazzi con il quale bersagliare e uccidere i civili israeliani, saturandone le difese antimissile.
I civili di Gaza hanno partecipato durante 20 lunghi anni come progettisti, tecnici, operai e supporter muti alla costruzione di una gigantesca infrastruttura sotterranea e in superficie con milioni di ore di lavoro e usufruendo di stipendi e salari per miliardi di dollari, creando aziende sofisticate in elettronica, edilizia, metalmeccanica, scienza mineraria, trasporti, informatica, produzione di armi e una miriade di realtà artigianali di produzione e supporto logistico, alimentando l’unica forma di creazione di un PIL del terrore di Gaza ma alimentato dal continuo enorme flusso di denaro assistenzialista esterno.


Una tale opera di fortificazione di Gaza che appare sempre più come realizzazione di un immenso termitaio o formicaio di insetti impazziti imbevuti di droga ideologica islamista e antisemita, non trova precedenti nella storia umana e sarà a lungo studiata nelle Accademie militari, nelle Fondazioni di ricerca mondiali e nei centri studi delle Agenzie di intelligence che hanno mostrato o piuttosto finto sorpresa per questa realtà che ufficialmente hanno dichiarato di non conoscere affatto.
Come poteva l’Egitto, pur impegnato dal trattato di pace con Israele, in una lotta mortale contro la Fratellanza mussulmana sul suo territorio, non sapere nulla della multitudine di tunnel larghi come autostrade che hanno assicurato ad Hamas il contrabbando di tutto compreso cemento, acciaio, armi e munizioni di ogni tipo compresi probabilmente i deltaplani motorizzati che carichi di guerriglieri ben addestrati hanno massacrato, violentato e rapito centinaia di giovani israeliani pacifisti che danzavano nel rave divenuto anche un femminicidio della morte Nova ?
La liberazione dei quattro ostaggi e soprattutto il quadro dell’operazione militare entro la quale si è svolta rivelando la intrinseca collusione con Hamas fra civili e militari gazawui, ha rotto lo specchio magico malefico della propaganda palestinese che non è solo di Hamas e che è stata fatta propria dal più ampio movimendo antisemita di massa sorto dopo il nazifascismo nei paesi islamici ma soprattutto in occidente, a casa nostra.
La liberazione dei quattro ostaggi, che da oggi racconteranno al mondo intero la loro sofferenza, ha anche dimistrato che Israele sta conducendo la sua guerra dii difesa nel più retto, completo e onorevole rispetto dei civili che il diritto internazionale esige, malgrado ciò costi un maggior numero di proprie perdite di valorosi caduti sul campo.
E a noi che spesso in apparente solitudine sosteniamo Israele è arrivata la conferma della nostra giusta battaglia e lo sprone a continuare.

*(Presidente associazione Italia-Israele Chenaura Sardo Pro Israele)

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