di Ruben Della Rocca*
Sono tanti, troppi gli episodi che stanno minando la tranquillità e la sicurezza delle nostre università in Italia. L’ultimo in ordine di tempo, testimoniato da un video apparso solo nella giornata di giovedì, è accaduto la settimana scorsa nell’ateneo di Torino, con il sermone di un portavoce di una moschea della città piemontese, trasformatosi in un improvvisato imam, che ha arringato una trentina di giovani occupanti della sede universitaria di Palazzo Nuovo, lanciando invettive contro Israele ed esaltando la Jihad contro il nemico sionista. L’Università di Torino è purtroppo recidiva: era già stata la prima ad ammettere la presenza degli studenti contestatari ad una riunione del Senato accademico e a schierarsi a favore del boicottaggio degli accordi di collaborazione con le università israeliane. Il video è la conferma che gli atenei italiani stanno uscendo dal controllo del MUR e delle forze di sicurezza del nostro paese.
Le occupazioni – gli anni 70 avrebbero dovuto insegnarcelo – rischiano di diventare una fonte di reclutamento per l’eversione e il terrorismo. L’esempio delle Brigate Rosse negli anni di piombo dovrebbe servire da monito perché lo stesso non avvenga nella galassia del fondamentalismo islamista. La documentata presenza di terroristi palestinesi, di anarco-insurrezionalisti, di ex Br alle manifestazioni contro Israele delle ultime settimane nelle università avrebbe dovuto far scattare l’allarme nei nostri apparati di difesa; questo sermone di odio è una ulteriore conferma del clima che si sta vivendo.
Bene ha fatto il ministro dell’Università Annamaria Bernini a intervenire con una reprimenda verso il rettore dell’università di Torino, ma forse sarebbe anche il caso di cominciare a rimuovere da incarichi così prestigiosi chi non merita di ricoprirli. L’Università di Torino non può essere guidata da chi non è in grado di garantire lo svolgimento della vita accademica della stessa in tranquillità e non può essere permeabile a situazioni di gravità inaudita come le arringhe di odio agli studenti e di incitazione alla Guerra Santa.
A sollevare il caso sono stati un gruppo di docenti dell’ateneo e questo fa sperare che non tutto sia perduto, ma certamente non possono e non devono essere loro le uniche “sentinelle” a difesa della sicurezza dell’ateneo.
Ad altri la responsabilità di vigilare: e in questa omessa e reiterata disattenzione non è possibile non scorgere la mancata volontà di non intervenire, ossia la condiscendenza dei vertici dell’università.
- Fonte: Moked